Scelte identitarie

Domenico Mamone
14/10/2022
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L’esperto Ignazio La Russa, con decenni di politica alle spalle, e il giovane trilaureato Lorenzo Fontana, riferimento della destra conservatrice, sono dunque la seconda e la terza carica dello Stato, presidenti del Senato e della Camera.

Comunque la si pensi, la destra ha scelto due esponenti che incarnano un forte bagaglio valoriale e identitario della propria offerta politica in cui si sono riconosciuti quasi tredici milioni di italiani.

L’avvocato La Russa, con anni di militanza e di protagonismo nelle formazioni di destra, dal Movimento sociale di Almirante fino ad Alleanza nazionale di Fini, ha sempre difeso e valorizzato gli ideali nazionali, a cominciare dalla rappresentanza istituzionale delle forze armate. Inoltre è padrone delle dinamiche parlamentari, dal momento che è già stato vicepresidente del Senato (oltre che ministro), per cui la sua elezione ha avuto persino il supporto di molti esponenti dell’opposizione grazie, probabilmente, a relazioni personali. La Russa, in sostanza, esprime l’immagine di una destra di governo storica e molto istituzionalizzata.

Lorenzo Fontana integra questo riferimento apportando invece gli elementi della destra cattolica, un fronte ampio e non sottovalutabile, risultato ad esempio decisivo per l’affermazione di Trump negli Usa. Un’area molto radicata soprattutto in Veneto.

Pertanto nell’avvio della nuova legislatura la destra ha onorato due sue “anime” estremamente riconoscibili. E lo ha fatto in modo rapido, deciso e sostanziale. Scelte dalla forte carica simbolica e politica che mettono ancora più nell’angolo una sinistra, frammentata e litigiosa anche nel ruolo di opposizione, incapace di trovare riferimenti forti e soprattutto univoci per riconquistare innanzitutto il proprio elettorato.

Foto: palazzo del Quirinale, 14 ottobre 2022 (II mandato), il Presidente Sergio Mattarella nel corso dei colloqui con Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei deputati, foto Quirinale.it

Domenico Mamone