Sanremo è Sanremo

Domenico Mamone
12/02/2023
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Sanremo 1
Sanremo – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Amadeus, Gianni Morandi e Chiara Ferragni, in occasione della LXXIII edizione del Festival di Sanremo (Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Forse l’analisi migliore l’ha fatta il direttore di Rai 1, Stefano Coletta: “Per me il Festival è l’espressione della libertà per ciascuno di portare sul palco il proprio mondo”. In effetti anche quest’anno Sanremo ha offerto un po’ di tutto, come da copione, emozioni per giovani – il secondo posto di Lazza è emblematico – e per meno giovani, con l’esibizione dei “tre leoni” Al Bano-Morandi e Ranieri che ha incarnato il momento più alto e ha rappresentato più che degnamente la canzone d’annata.

Comunque la parola d’ordine di questa 73a edizione è stata “social”. Amadeus, che ha modernizzato con successo nei suoi anni di direzione questo appuntamento irrinunciabile per la nostra cultura popolare, ha adeguato Sanremo all’evoluzione tecnologica dei nostri tempi senza alterare lo spettacolo tradizionale, fatto di armonia tra passato, presente e futuro. La presenza di Chiara Ferragni è andata in questa direzione. Inoltre il conduttore ha saputo applicare il marketing con abilità, trasformando una manifestazione di cinque giorni in un evento-tormentone che copre un’intera stagione tra una lunghissima attesa con anticipazioni via via centellinate, con la complicità di tutti i programmi Rai, e l’esito sul mercato musicale. Con lui moltissime canzoni degli ultimi anni sono diventati successi granitici e alcuni artisti – Maneskin su tutti – hanno conquistato fama internazionale.

Per il resto è stato il festival dell’apertura in grande con Mattarella e Benigni, con i doverosi e altalenanti omaggi ad alti esponenti della musica italiana (Pooh, Peppino di Capri, Gino Paoli, Ornella Vanoni), ospiti internazionali di livello (Black Eyed Peas e Depeche Mode), brave co-conduttrici (Chiara Ferragni, Francesca Fagnani, Paola Egonu e Chiara Francini), i collegamenti con artisti di livello dalla nave Costa Smeralda e dal palco in piazza Colombo (Annalisa, Fedez, Guè, Nek, Piero Pelù, Francesco Renga, Salmo) e l’arrivo all’Ariston di numerose star per i duetti (Arisa, Baustelle, Edoardo Bennato, Alex Britti, Carla Bruni, Lorella Cuccarini, Elisa, Emma, Noemi, Eros Ramazzotti, Sangiovanni e Michele Zarrillo, tanto per ricordarne qualcuno). È stato anche il festival del bacio tra Rosa Chemical e Fedez, che ha conquistato i social.

Grande neo: Blanco distruttore di fiori, un’immagine violenta altamente riprovevole che annulla gli sforzi di tanti educatori ad ogni livello, dalla scuola alle (costose) campagne di educazione civica. Amadeus avrebbe fatto bene a stigmatizzare con più determinazione il brutto episodio. Magistrale, nell’occasione, Morandi con la scopa che spazza il palco dell’Ariston per rimediare al disastro realizzato dal cantante bresciano. Onore anche a Grignani che, con lo stesso problema, ha chiesto con gentilezza all’orchestra di fermarsi, riconoscendo le proprie colpe.

Doveroso l’omaggio al vincitore assoluto, Marco Mengoni, che ha incantato la maggioranza del pubblico con un ben brano interpretato in modo magistrale. Il pezzo, “Due vite”, che tratta il tema della vita a due, costituisce un invito a vivere intensamente ogni attimo dell’esistenza come se fosse l’ultimo, inclusi quelli di apparente monotonia. Mengoni ha spiegato che la sua canzone “parla di una bellissima e infinita relazione che si dà un sacco di schiaffi e di botte perché è quella tra la vita reale e quella che viviamo nei sogni. È scientificamente provato che la notte si accenda la nostra parte più emotiva ed escono fuori mostri e paure recondite. Di giorno, invece, la nostra mente che è una macchina perfetta riesce a mettere da parte paure e lacerazioni per non farci soffrire”.

Tra le rivelazioni, sicuramente Mr. Rain che ha conquistato la terza posizione con “Supereroi” dalla melodia molto sanremese, piaciuta particolarmente al grande pubblico. Anche Tananai, l’anno scorso ultimo, s’è rifatto con il quinto posto di quest’anno. Hanno invece deluso, rispetto alle attese, Giorgia e Anna Oxa. Gli ironici Colapesce e Dimartino hanno vinto i premi della critica e della sala stampa.

Una curiosità, per chiudere: le due parole che quest’anno sono state richiamate più volte nei testi delle canzoni sono “volere” (79 volte) e “solo” (78 volte). Segno di tempi stretti tra desideri e irrealizzabilità, tra sogni e isolamento.

La musica rimane una delle migliori terapie.

Domenico Mamone