Quello dei Contact center è un settore che genera un valore di 6 miliardi per il Paese, versando più di 600 milioni di tasse e che eroga un miliardo di stipendi. Superano inoltre la media nazionale nei punti più critici dell’occupazione: le donne sono il 69% della forza lavoro (+34% sull’Italia) e i giovani il 56% (+17%) mentre i contratti a tempo indeterminato sono il 94% (+9%). Numeri che riguardano soprattutto il Sud, dove sono insediate più della metà delle 1.400 aziende del settore. È un comparto che genera molto più valore verso gli stakeholder esterni e i territori di quanto non ne riesca a trattenere e reinvestire per il proprio consolidamento e sviluppo.
Per salvaguardare i livelli occupazionali a causa della contrazione dei ricavi che sta subendo il settore dei Contact center, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, hanno co-presieduto un tavolo sulla situazione dei call center Tim in outsourcing al quale hanno partecipato le Regioni Sicilia, Calabria, Basilicata, Lazio, Toscana, Sardegna, il Gruppo Tim, i rappresentanti delle aziende di call center e le organizzazioni sindacali.
I due ministri hanno presentato l’ipotesi di avviare un progetto pilota per la riqualificazione e conversione di tali realtà verso mansioni diverse da quelle del call center, come le attività di dematerializzazione degli archivi cartacei della Pubblica amministrazione.
Potrebbe essere un progetto con ricadute positive in diversi ambiti oltre all’occupazione. Tra i benefici, infatti, ci sarebbero: una rapida fruibilità dei documenti digitalizzati; l’ottimizzazione degli spazi e un positivo impatto ambientale; una maggiore privacy e sicurezza nell’acceso alle copie informatiche e la possibilità di costituire un importante e strategico patrimonio informativo a disposizione dell’Amministrazione regionale.
“Credo quella di oggi sia una giornata particolarmente importante, perché grazie al confronto che abbiamo fatto – anche con la partecipazione tutte le Regioni interessate – si può individuare una linea pilota per accompagnare verso la riconversione professionale questi lavoratori in un’attività molto importante, significativa e utile al Paese, che è quella della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. È un obiettivo sfidante ed è necessario fare il massimo sforzo affinché questo progetto pilota funzioni e possa tracciare una strada per salvaguardare coloro che lavorano all’interno di questo comparto”, ha dichiarato Urso durante il tavolo.
“La tecnologia può essere un valido supporto all’attività principale che dev’essere svolta da lavoratrici e lavoratori. Questo comporta anche aprirsi a processi di riconversione, riqualificazione e formazione finalizzati alla salvaguardia del lavoro e delle competenze. Un percorso che può inoltre contribuire a una missione importante come la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Un modello da applicare in sinergia con tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle Regioni”, ha affermato il ministro Calderone.