Quando il salvadanaio si svuota

Domenico Mamone
27/12/2022
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Italiani, popolo di risparmiatori. Ma la mazzata delle bollette con i costi cresciuti all’inverosimile sta annullando anche la preziosa virtù della parsimonia, derivante direttamente dalla cultura contadina. Cioè, se finora siamo stati più formiche che cicale, si rischia seriamente di non essere più né le prime né le seconde.

Secondo i dati rielaborati da Unimpresa su base Banca d’Italia, nel solo periodo da luglio ad ottobre 2022, gli italiani hanno alleggerito di ben 50 miliardi i propri conti correnti bancari. Si è passati da 2.097 a 2.047 miliardi custoditi nelle banche. Una preoccupante inversione di tendenza, visto che i risparmi erano sempre cresciuti negli ultimi anni: erano infatti passati dai 1.823 miliardi di fine 2019, ai 1.956 di fine 2020, fino ai 2.075 di fine 2021.

Insomma, dopo aver rimpinguato i risparmi, ora si è costretti ad attingere ai conti correnti per affrontare il caro-bollette, scalfendo quella montagna di liquidità che era cresciuta negli anni addietro. Tanto denaro che arricchisce ulteriormente le multinazionali dell’energia, ma anche gli speculatori della finanza, che mirano proprio a svuotare i conti dei cittadini.

Del resto, è sufficiente soffermarsi sull’ultimo aggiornamento Arera (fine settembre) sul mercato elettrico tutelato per rendersi conto dell’effetto dirompente della crisi energetica: la spesa stimata media per nucleo familiare è passata dai 632 euro del 2021 ai 1.322 dell’anno in corso, più del doppio. Per il gas siamo arrivati a 1.740 euro, il 63,7 per cento in più in un solo anno.

A ciò dobbiamo sommare l’inflazione, i redditi fermi, l’inquietudine e il pessimismo come caratteristiche dominanti. Non a caso, dalle prime rilevazioni, sono scesi i consumi natalizi, mentre è il turismo il settore che sta registrando risultati incoraggianti.

Insomma, il salvadanaio degli italiani che comincia a svuotarsi è un segnale inequivocabile: i costi insostenibili, che crescono a catena, non sono più gestibili per famiglie e imprese. Al governo va quindi riconosciuta la scelta, nella legge di bilancio, di destinare gran parte delle risorse proprio all’attenuazione dei costi delle bollette. Tuttavia è necessario, nel contempo, progettare la crescita della liquidità attraverso un corposo taglio del cuneo fiscale parallelo al rilancio dell’intervento pubblico.

Domenico Mamone