Psicologo scolastico: possibile nuova figura nell’educazione

Leonardo Mamone
11/04/2023
Tempo di lettura: 3 minuti
Psicologo

A differenza di molti Paesi in Unione europea e nel mondo, la presenza dello psicologo nella scuola italiana non è definita da una norma che ne renda stabile l’inserimento. Dunque gli istituti possono avvalersi o meno di tale servizio, mediante accordi con le aziende sanitarie locali, con gli uffici scolastici regionali e i vari enti, facendo sì che l’impiego di questo servizio rimanga una scelta.

Patrizia Marrocco (FI) e Mauro D’Attis (FI) il 13 ottobre scorso hanno presentato alla Camera dei deputati una proposta di legge circa l’istituzione di questa nuova figura professionale all’interno delle scuole di ogni ordine e grado, esordendo: “Onorevoli colleghi, l’Italia è rimasta il solo Paese europeo a non essere dotato della figura professionale dello psicologo scolastico quale componente strutturale del servizio scolastico”.

L’obiettivo del provvedimento è quello di sostenere lo sviluppo e la formazione della personalità degli studenti, di prevenire i fattori di rischio o situazioni di disagio giovanile, di sostenere le famiglie e il personale scolastico, nonché di contrastare e prevenire i fenomeni di abbandono, dispersione scolastica e bullismo.

Qualora la proposta diventasse legge potranno svolgere tale attività gli psicologi iscritti all’Ordine, in possesso di laurea magistrale in psicologia, con specializzazione quadriennale nello specifico settore dell’età evolutiva. Questa nuova figura opererebbe alle dirette dipendenze del dirigente scolastico formulando pareri e suggerimenti scritti in relazione alle proprie aree di intervento. Su richiesta del consiglio di classe, il dirigente scolastico potrebbe disporre la partecipazione dello psicologo alle lezioni al fine di osservare le relazioni interpersonali maturate nella classe al fine di analizzarle e dunque migliorarle, favorendo anche il benefico sviluppo delle abilità di relazione, migliorando inoltre l’offerta formativa scolastica. Su indicazione del dirigente scolastico, si potrebbero altresì convocare i genitori e organizzare colloqui con le famiglie al fine di migliorare e sostenere lo sviluppo dell’alunno, che andrebbe a beneficiarne accrescendo le proprie capacità relazionali, importantissime per costruire una società che si dirige verso il progresso.

Nell’autunno del 2020, per far fronte alle problematiche portate dalla pandemia, il ministero dell’Istruzione aveva sottoscritto un protocollo d’intesa con l’Ordine degli psicologi e nel giro di pochi mesi il 70 per cento delle scuole (5.662 su 8.183, secondo i dati del Ministero) aveva attivato uno sportello psicologico (alcune l’avevano già, ma per più della metà fu una novità) grazie ai fondi a disposizione. Il governo non ha però ritenuto utile rifinanziare questo servizio nell’ultima legge di Bilancio, puntando sulla nuova figura del “docente tutor”, il cui compito sarebbe quello di far recuperare le lacune degli studenti.

Le ragioni del malessere psicologico possono essere varie, ma sicuramente la recente pandemia ha aggravato situazioni preesistenti. L’aggiunta di tale servizio all’interno dell’offerta formativa scolastica sarebbe un passo avanti per la società, essendo infatti la scuola il principale luogo di formazione dei futuri cittadini.

Uno psicologo potrebbe dunque intervenire su indicazione del corpo docente o dei genitori su alunni che manifestano situazioni di disagio, per andare a “tamponare” la situazione prima di procedere a indirizzare lo studente verso un percorso terapeutico al di fuori della scuola.

FONTI

https://www.corriere.it/sette/attualita/23_marzo_31/gli-studenti-chiedono-presenza-uno-psicologo-scuola-allarme-la-crescita-disagio-giovanile-8e88c796-cca6-11ed-8f1e-2019226a677d.shtml?refresh_ce

https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1676028710.pdf

Leonardo Mamone