Perplessità sui provvedimenti “in base al reddito”

Domenico Mamone
13/12/2022
Tempo di lettura: 3 minuti
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Il nuovo bonus per i diciottenni potrebbe essere elargito non più a tutti ma “in base al reddito”. La riforma del codice della strada potrebbe prevedere l’introduzione di un sistema “a scaglioni” per le multe, con importi legati al reddito (Isee). Altri provvedimenti potrebbero adottare il reddito quale parametro.

Il governo Meloni, attivo da quasi due mesi, sta dimostrando un certo dinamismo nel mettere mano a molteplici materie. Con la Finanziaria, a causa della “coperta corta”, ha preferito convogliare la gran parte delle risorse per abbattere le bollette degli italiani, provvedimento animato da buon senso in quanto a ricavarne beneficio sono tutti gli italiani. Salvo quei pochi, ma davvero pochi, senza elettricità o gas in casa.

Più controversa la questione riguardante l’adozione del reddito quale parametro per molti provvedimenti a venire. Se è vero che all’estero questa logica è abbastanza diffusa, applicata anche per le multe in Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Svezia e Svizzera, in Italia – con l’evasione fiscale record e con tantissime dichiarazioni dei redditi mendaci (le tante truffe relative al reddito di cittadinanza lo dimostrano) – il problema è che tale parametro risulti molto approssimativo in quanto non solo sono numerosi gli evasori totali, ma anche quelli parziali. Provvedimenti del genere, al pari dell’inflazione dei “bonus”, rischiano, in sostanza, di far aumentare i già elevati tassi di evasione, trasformando tale categoria di “furbi” in doppiamente privilegiati.

Già la fiscalità, come prevede il dettato costituzionale, stabilisce scaglioni e aliquote differenti a seconda del reddito dichiarato. È noto, però, che l’alta evasione di fatto vanifica tale logica per tanti “furbi”. Allargare i pagamenti o i benefici in base al reddito rischia seriamente di accrescere tale biforcazione tra legalità e illegalità.

Il problema è ancora più discutibile per quanto riguarda i diciottenni: davvero un ragazzo, con una propria identità, soltanto perché appartiene ad una famiglia benestante deve essere privato del fondo universale una tantum per la cultura? La logica del reddito o del merito non regola già le borse di studio o altri benefit?

Va aggiunto che non sempre il passaggio generazionale equivale ad analoghe posizioni sociali. Gli amministratori di condominio raccontano che gli insoluti maggiori riguardano proprio i quartieri più benestanti dove chi eredita case lussuose da genitori o da parenti facoltosi non sempre è in grado di mantenerle.

Insomma, le multe lasciamole uguali per tutti. Anche perché le motivazioni per quanto variegate – un’auto piccola o grande in sosta vietata, un passaggio a qualsiasi ora del giorno o della notte con il semaforo rosso o la guida con il cellulare di qualsiasi marca sia – c’entrano davvero poco con quanti soldi si hanno nelle tasche. 

Domenico Mamone