Olio di palma, c’è chi dice sì

Giampiero Castellotti
16/05/2022
Tempo di lettura: 3 minuti

Il mondo ha bisogno di olio di palma certificato sostenibile. In un’epoca così complessa, quella dell’olio di palma è l’unica filiera in grado di garantire sia la resilienza necessaria per far funzionare l’industria alimentare globale, sia una sostenibilità comprovata e tracciata. Questo è il messaggio lanciato durante la tavola rotonda “Un amico sostenibile in tempi difficili. Possiamo fidarci della filiera dell’olio di palma?” organizzata da Competere – Policies for Sustainable Development, il think tank internazionale che promuove politiche che favoriscono una transizione verso filiere resilienti e sostenibili.

I relatori hanno esposto le loro esperienze, che hanno mostrato come la produzione di olio di palma stia facendo passi da gigante per raggiungere la certificazione di sostenibilità, dimostrando che le pratiche sostenibili sono garantite da sistemi di tracciabilità. Rappresentando diversi Paesi di tutto il mondo – Indonesia, Malesia, Guatemala e Colombia – hanno anche testimoniato la resilienza della filiera dell’olio di palma certificato sostenibile, la quale, essendo globale, permette di superare le interruzioni locali. E in tutti i Paesi ci si sta dirigendo verso un percorso sostenibile.

“Abbiamo lavorato duramente per sviluppare un Protocollo per l’olio di palma colombiano sostenibile, un sistema di tracciabilità e monitoraggio lungo tutta la filiera e chiari principi di sostenibilità. Gli sforzi sono stati sostenuti da diversi attori poiché l’olio di palma può innescare enormi opportunità, garantendo l’inclusione dei piccoli proprietari terrieri, un impatto sociale ed economico positivo e benefici ambientali riducendo al minimo la deforestazione – spiega Ximena Mahecha, Executive Director, APS Colombia Corporation.

“Il settore dell’olio di palma ha un’enorme opportunità di promuovere la sostenibilità e di allinearsi ai principi globali e condivisi che aderiscono agli SDG. In Indonesia la sostenibilità è un impegno cruciale, dal 2011 abbiamo istituito una normativa nazionale per definire pratiche sostenibili e l’abbiamo rafforzata nel corso degli anni per allinearci agli standard internazionali più restrittivi – afferma Fadhil Hasan, Head of Foreign Affairs, GAPKI, Indonesia.

“La tracciabilità è fondamentale: dobbiamo garantire che i consumatori sappiano esattamente da dove provengono gli ingredienti degli alimenti, la loro origine e che siano pienamente sostenibili. Nel nostro Paese la produzione di olio di palma è in crescita – il Guatemala è il terzo esportatore globale – e sentiamo la responsabilità nei confronti delle persone di tutto il mondo, per questo ci stiamo concentrando sulla sostenibilità come condizione essenziale – dichiara José Roberto Montenegro, Presidente della Divisione Olio Tropicale, AgroAmerica, dal Guatemala. 

“In Malesia stiamo lavorando sia per la sostenibilità sia nell’approvvigionamento che nelle fonti, coinvolgendo diversi attori. Nel nostro schema di certificazione MSPO, il Governo deve garantire che tutto l’olio di palma sia prodotto in modo sostenibile attraverso incentivi, assistenza per le attrezzature, formazione e altri strumenti; miriamo a garantire una catena di approvvigionamento trasparente e tracciabile; guardiamo al miglioramento continuo, assicurando al contempo un accesso paritario al mercato alla comunità locale – dichiara Mohammad Hafezh bin Abdul Rahman, CEO, MPOCC, Malesia. 

“In uno scenario estremamente complesso, ci siamo resi conto dell’importanza cruciale di avere fonti alimentari affidabili per nutrire il nostro pianeta. Su questa scia, l’olio di palma ha dimostrato di essere la migliore filiera per produrre le sostanze nutritive di cui il mondo ha bisogno, in modo sostenibile e da più fonti, rendendola resiliente alle interruzioni locali come quelle che stiamo vivendo – evidenzia Pietro Paganini, presidente di Competere.

Giampiero Castellotti