Numeri amari

Domenico Mamone
28/01/2022
Tempo di lettura: 2 minuti
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I numeri sanno essere freddi, algidi, impietosi. Spesso generano assuefazione a causa della loro martellante presenza. E viviamo in una società in cui i numeri, i dati, le informazioni schematizzate, le tabelle, i sondaggi dominano il nostro quotidiano.

Sono numeri feroci, ad esempio, quelli che giungono dal mare Mediterraneo. È una conta sempre più frequente di vittime delle migrazioni. Nei giorni scorsi l’ennesimo bollettino: una barca è giunta a Lampedusa con sette migranti morti di freddo. Davvero inconcepibile.

Sono conteggi quotidiani inconcepibili quelli delle morti sul lavoro o delle donne vittime di abusi. Drammi che non possono essere banalizzati in un bollettino o in una conta infinita.

Sono numeri altrettanto drammatici quelli che caratterizzano il bollettino quotidiano del Covid. Serve a poco il tentativo di ridimensionarli, provvedendo alla suddivisione tra morti di Covid, per Covid o con il Covid. O a fornirli settimanalmente anziché ogni giorno. La triste realtà è che stiamo rivivendo l’ecatombe dello scorso anno: è vero che proporzionalmente, rispetto all’enorme numero a sei cifre di contagiati quotidiani, la mortalità è decisamente minore. Ma il dato secco non cambia: siamo a quasi cinquecento vittime al giorno, gennaio si potrebbe chiudere con almeno ottomila decessi che si vanno a sommare agli oltre 130mila già registrati sotto la voce “morti con il Covid”. I vaccini, per quanto sacrosanti, ci avevano illuso di poter voltare pagina: i numeri ci confermano che non è così. Purtroppo.

Il cuore della questione è che dietro i freddi numeri ci sono storie di dolore. Il Covid sta contribuendo a strappare vite di donne gestanti, ancora di tanti sanitari, dei nostri preziosi anziani, persino di qualche ragazzo. E continua a caratterizzare i nostri rapporti, la perduta normalità delle esistenze, l’economia che deve proseguire con il fare i conti con questa apparentemente infinita pandemia. Non ne vorremmo più sentire parlare, ma non possiamo ignorare questa strage quotidiana occultandola con altre notizie o, addirittura, con proposte di “trucchi contabili”. Il valore di una vita resta sacro e non può essere scolorito da un semplice conteggio quotidiano.

Domenico Mamone