Nucleare pulito, da evento impossibile a realtà

Nataliya Bolboka
14/12/2022
Tempo di lettura: 2 minuti
Fusione

Se fino a poco tempo fa un nucleare pulito sembrava impossibile, dopo lo straordinario annuncio degli Stati Uniti sembra un futuro molto probabile. Per la prima volta nella storia, infatti, presso il National Ignition Facility, nel laboratorio di Livermore, in California, una reazione nucleare ha generato più energia di quella necessaria per innescarla.

Nell’annunciare l’evento, la segretaria al dipartimento americano per l’Energia Jennifer Granholm ha affermato: “Questo è un risultato storico per i ricercatori e lo staff della National Ignition Facility che hanno dedicato le loro carriere a vedere l’innesco per fusione diventare realtà, e questo punto di svolta sprigionerà altre scoperte”.

Quello condotto nel Livermore Laboratory è un esperimento di fusione controllata a confinamento inerziale che ha utilizzato 192 fasci laser e ha prodotto circa 2,5 megajoule di energia a fronte dei 2,1 megajoule consumati dai laser per alimentare la reazione. In base a quanto riportato dal Financial Times e dal Washington Post l’energia prodotta è stata tale da danneggiare alcuni macchinari.

La fusione nucleare costituisce un obiettivo degli scienziati già dagli anni ’50. Le centrali nucleari odierne, infatti, sono basate sulla fissione nucleare, un processo che produce energia sfruttando il fenomeno della scissione degli atomi. Tuttavia questo procedimento è molto pericoloso in quanto si tratta di una reazione altamente instabile che origina prodotti radioattivi. Per tale motivo è sempre stata al centro di aspre polemiche.

Al contrario la fusione nucleare è un processo che genera energia pulita, potenzialmente illimitata, riproducendo le reazioni che avvengono nelle stelle, avvicinando gli atomi per produrre grandi quantità di energia e allo stesso tempo dando origine a un atomo molto stabile. Nel caso di un incidente, infatti, il reattore si spegnerebbe spontaneamente.

Tuttavia l’esperimento statunitense è a confinamento inerziale, un modello di fusione di origine militare, che segue precise regole di riservatezza, e alternativo al più diffuso confinamento magnetico. In tal senso quest’ultimo modello, a cui lavora anche l’Eni, sembra un passo avanti in quanto molto più vicino alla fase di dimostrazione tecnologica.

Sicuramente si dovrà attendere almeno un altro decennio prima che le tecnologie di fusione nucleare vengano utilizzate per scopi commerciali, ma quel che è certo è che si tratta di un grande traguardo e, come affermato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: “La svolta degli States dimostra che la necessità di continuare ad investire nella fusione nucleare è forte. Abbiamo bisogno di vari approcci per garantire questa energia pulita in futuro”.

Nataliya Bolboka