Mercato del lavoro: il mismatch tra domanda e offerta

Nataliya Bolboka
28/12/2022
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Lavoro

Il sistema informativo Excelsior, che fornisce annualmente previsioni sull’andamento del mercato del lavoro e sui fabbisogni professionali e formativi delle imprese, ha anticipato al Sole 24 Ore il Rapporto 2022. Realizzato da Unioncamere-Anpal, costituisce una delle maggiori fonti disponibili in Italia riguardante il mercato lavorativo.

Dal report emerge una fotografia non esattamente positiva. Nonostante nel 2022 il 60 per cento delle aziende con dipendenti abbia previsto nuove assunzioni, la selezione di candidati in linea con le posizioni si è rivelata più difficile del previsto, interessando il 41 per cento dei casi. Questo valore, peraltro in crescita, è dovuto principalmente a due fattori: da una parte la mancanza di profili disponibili e dall’altra una preparazione non adeguata.

Si parla, infatti, di mismatch tra domanda e offerta, per cui la formazione non risulta in linea con le richieste del mercato lavorativo. I settori che ne risentono maggiormente sono per lo più quelli manufatturieri e nello specifico commercio e riparazione di veicoli con una percentuale del 55 per cento, seguito dalle industrie metallurgiche e dei prodotti con il 53 per cento, industrie del legno e del mobile, il settore delle costruzioni e quello dei servizi informativi, le cui percentuali si aggirano tutte intorno al 52 per cento.

Ad essere insufficienti, infatti, non sono solo i profili di operai, cuochi o commessi, la cui mancanza è stata più volte imputata alla misura del reddito di cittadinanza, ma soprattutto i profili tecnici ed operai altamente specializzati, con una percentuale di mismatch che arriva al 55 per cento, nonché dirigenti e specialisti di alto di profilo.

A prescindere dalle misure di sostegno economico adottate dallo Stato, ciò che manca davvero è una formazione adeguata. Gianni Brugnoli, vice presidente di Confindustria per il Capitale umano, ha parlato di “allarme sociale” che mette a repentaglio “la competitività del Paese”.

“L’elevata difficoltà per le imprese di trovare le giuste professionalità da inserire in azienda, registrata nel 2022, è destinata a permanere se non si interverrà sul collegamento fra formazione e mondo imprenditoriale. Di qui al 2026 stimiamo mancheranno 50mila laureati” ha confermato Andrea Prete, presidente di Unioncamere.

È necessario instaurare un dialogo tra Stato, enti territoriali, scuole. Solo così si potrà intervenire e colmare il gap tra domanda e offerta.

Nataliya Bolboka