“Made in Rebibbia”, la sartoria diventa una seconda opportunità

Nataliya Bolboka
28/06/2024
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È arrivato alla sesta edizione il progetto “Made in Rebibbia. Ricuciamolo insieme”, che sposa la tradizione sartoriale italiana, attraverso una collaborazione tra l’Accademia nazionale dei sartori, l’Istituto penitenziario di Rebibbia nuovo complesso “Raffaele Cinotti” e Bmw Roma.

Sotto la guida esperta di Sebastiano Di Rienzo, ex presidente e maestro storico dell’Accademia nazionale dei sartori, otto allievi dell’Istituto penitenziario hanno scelto di reinventare il proprio futuro attraverso la creatività. Il risultato del loro lavoro, trenta pezzi unici tra giacche, gilet, pantaloni e cappotti che ne testimoniano il cammino, è stato presentato mercoledì 26 giugno durante la sfilata di fine corso nell’area verde dell’Istituto.

Nato nel 2017 da un’idea dell’ex presidente dell’Accademia nazionale dei sartori, il maestro Ilario Piscioneri, ‘Made in Rebibbia’ vuole contribuire al reinserimento sociale dei detenuti attraverso la formazione di figure professionali in grado di rispondere alle richieste e tendenze del mercato.

L’iniziativa cerca di aiutare “delle persone che nella vita hanno avuto la sfortuna di nascere in contesti complicati a trovare un po’ di riscatto” – ha dichiarato a Tg Regione Lazio Daniele Piscioneri, vicepresidente dell’Accademia – offrendo ai condannati l’opportunità di acquisire competenze professionali e apprendere l’arte del cucito, così da trovare lavoro in un laboratorio sartoriale una volta concluso il periodo di detenzione.

Esempio tangibile del successo del corso è la storia di Manuel Zumpano. Ex detenuto del carcere di Rebibbia, dove aveva seguito il corso accademico di sartoria, una volta scontata la sua pena ha iniziato a lavorare per l’atelier del maestro Piscioneri.

“Made in Rebibbia. Ricuciamolo insieme è un progetto a cui teniamo molto e che vorremmo far crescere, ci piacerebbe continuare non solo a Rebibbia, ma anche in altri istituti penitenziari italiani, abbiamo maestri accademici in tutto il Paese”, dice Gaetano Aloisio, presidente dell’Accademia nazionale dei sartori. “Vorremmo che l’Accademia diventasse un punto di riferimento per le persone fragili che non hanno opportunità lavorative, con disabilità motorie che permettono di svolgere una professione in sartoria. Il nostro lavoro ha bisogno di tanta manodopera e vogliamo lavorare su progetti di inclusività – riporta Vita. -“I nostri allievi hanno bisogno di noi, non vedono l’ora di svolgere le ore di corso, dicono di sentirsi liberi quando fanno sartoria. Quando riesco ad andare a Rebibbia e parlo con i maestri che insegnano ai detenuti, provo una soddisfazione più grande di ogni altro progetto professionale, mi sento veramente appagato”.

L’iniziativa, resa possibile grazie alla collaborazione tra l’Accademia nazionale dei sartori, guidata dal presidente Gaetano Aloisio e l’Istituto penitenziario di Rebibbia nuovo complesso “Raffaele Cinotti”, diretto dalla dottoressa Alessia Rampazzi, è sostenuto da Bmw Roma, in linea con SpecialMente, il programma di responsabilità sociale d’impresa di Bmw Italia.

“L’idea di essere parte di un’iniziativa orientata ad aiutare le persone a reinserirsi nella società è costitutiva dell’idea stessa di inclusione sociale – dichiara Salvatore Nicola Nanni, general manager di Bmw Roma. – ‘Il lavoro nobilita l’uomo’ è un proverbio famoso attribuito ad un grande scienziato come Charles Darwin. Potremmo trasformarlo per questa occasione anche in ‘il lavoro nobilita le seconde opportunità’, quelle che ognuno di noi ha diritto di avere dopo aver fatto degli errori e averne pagato il prezzo. Io credo che in questo senso la bellezza e la cultura, che sono intrinseche al progetto ‘Made in Rebibbia’, abbiano un ruolo straordinario nel percorso di recupero delle persone. Educare o rieducare al bello, aiuta a vedere l’esistenza da una prospettiva differente e con un orizzonte diverso”.

Nataliya Bolboka