L’incoronazione di Carlo III: “Per servire, non per essere servito”

Leonardo Mamone
08/05/2023
Tempo di lettura: 6 minuti
Elisabetta
La Regina Elisabetta II

Più sobria e di minor durata è stata l’incoronazione del Re Carlo III, tenutasi il 6 maggio, come Sovrano del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri Reami del Commonwealth (Canada, Belize, Bahamas, Barbados, Giamaica, Grenada, Saint Lucia, Antigua e Barbuda, Australia, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Tuvalu e le Isole Salomon).

Il corteo è arrivato nell’abbazia di Westminster da Buckingham Palace verso le 11, presieduto dal Re e dalla Regina, nella Diamond Jubilee State Coach, così come dalle guardie e la banda reale (Royal Band). Arrivati in chiesa, si è tenuta la cerimonia in cui entrambi, Carlo e Camilla, sono stati incoronati, quest’ultima con il titolo di Regina e non Regina Consorte, visto che non ci sarebbe modo di fare confusione con la Regina Elisabetta II.

A “Westminster Abbey” dal 1066, iniziando con Aroldo II d’Inghilterra, si sono svolte tutte le incoronazioni dei sovrani britannici, tranne quelle di Edoardo V ed Edoardo VIII. Inoltre vi sono sepolti gran parte dei reali fino al 1760. La chiesa è anche ricordata in quanto il 6 settembre 1997 vi sono stati celebrati i funerali di Lady Diana, principessa del Galles.

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Re Giorgio III

La cerimonia è iniziata con l’ingresso del sovrano nell’Abbazia, con indosso la “crimson surcoat” (una tunica rossa) e la “Robe of State of crimson velvet” (lungo mantello rosso tenuto sospeso dai pagi, tra cui il principe George). Una volta seduto, successivamente al discorso dell’arcivescovo, il Garter Principal King of Arms, l’arcivescovo di Canterbury, il Lord cancelliere, il Lord Gran Ciambellano, il Lord Gran Conestabile ed il Conte Maresciallo si sono spostati rispettivamente a est, sud, ovest e nord dell’abbazia chiedendo la ricognizione del sovrano. Ha fatto seguito il suo giuramento sulla Bibbia della Chiesa Anglicana, con la partecipazione della Chiesa di Scozia.

Successivamente il sovrano si è tolto la “crimson robe” e si è diretto verso il trono dell’incoronazione, indossando la “anointing gown”; al sovrano sono stati, in seguito, presentati gli speroni e la Spada di Stato, simbolo del potere militare, quindi i bracciali dal rappresentante della comunità musulmana e il mantello imperiale dalla rappresentante della comunità ebraica.

A seguire è arrivato il globo sormontato dalla croce, che rappresenta il potere del monarca sotto l’aiuto di Dio, portatogli dall’arcivescovo di Canterbury, assistito da altri vescovi.

A Carlo III sono stati dati, infine, l’anello dal rappresentante della comunità Hindu e il guanto dal rappresentante della comunità Sikh.

Per ultimo l’arcivescovo ha offerto al sovrano i due scettri, quello con la Colomba, che rappresenta lo Spirito Santo e lo Scettro con la Croce.

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Re Enrico III

La cerimonia termina una volta che il Re è stato incoronato con la corona di Sant’Edoardo, la stessa della madre e dei suoi antenati, tranne per Vittoria ed Edoardo VII, che preferirono la Corona Imperiale di Stato (più leggera), la stessa utilizzata per l’apertura del parlamento e per la processione di ritorno al palazzo.

Con quest’ultima Re Carlo III, dopo aver ricevuto fedeltà dall’Arcivescovo di Canterbury e dal figlio, il principe William del Galles, torna a Buckingham Palace in compagnia della moglie, incoronata anche lei (con la corona utilizzata dalla Regina Mary), scortati da una grande parata (circa settemila soldati sono stati impiegati nelle varie operazioni), all’interno questa volta della “Gold State Coach”, realizzata nel 1762, mentre i principi del Galles con i figli li seguono nella “Diamond Jubilee coach”.

La cerimonia è a tutti gli effetti terminata con l’affaccio dal balcone del Palazzo della famiglia reale al completo. Mancavano, però, il principe Andrea ed il principe Harry, già avviatosi in aeroporto.

Nel 2023 il Regno Unito è uno dei pochi Paesi in cui ancora è presente l’antichissima pratica dell’incoronazione, abolita invece in altri Paesi come la Spagna, la Svezia, la Norvegia o il Belgio, in cui il sovrano fa un giuramento di fronte al Parlamento, in presenza o meno della corona.

Sebbene questa cerimonia sia estremamente antica, il Paese è uno dei più avanzati, sia in ambito economico sia sociale. Nel 2021 era al 18º posto nella classifica degli Stati per indice di sviluppo umano.

Questo evento è però caratterizzato da importanti novità, che è bene sottolineare.

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Re Enrico VIII

La prima voce a parlare è quella di un membro del coro, un bambino, il quale si pronuncia direttamente al Re: “Maestà, come figli del Regno di Dio le diamo il benvenuto nel nome del Re dei Re”, e Re Carlo risponde: “Nel suo nome, e secondo il suo esempio, non vengo per essere servito, ma per servire”.

Per la prima volta è stato dato un ruolo anche ai rappresentanti di altre religioni, nello specifico nel momento della consegna delle regalie. Per di più è stata ascoltata musica corale di nuova composizione, cantata nelle diverse lingue dove sventola la bandiera britannica e sono state invitate persone di ogni estrazione sociale, insieme a leader di tante nazioni diverse.

Rimanendo nell’ambito degli invitati, rispetto agli ottomila della madre, Carlo ha preferito invitare 2.400 ospiti, tra sovrani, politici e artisti. La cerimonia è stata decisamente più sobria, sia nell’abbigliamento, fatta eccezione per i sovrani inglesi e l’erede William, che hanno indossato vestiti tradizionali, così come la corona, la stessa da diversi anni, sia nella durata, un’ora, contro le tre della sovrana emerita.

Ciò su cui forse poco riflettiamo è sul perché questo evento, certamente importante a livello storico, è trasmesso in diretta sui primi canali della televisione italiana, così come in altri Paesi, come negli Stati Uniti, in cui il monarca britannico non ha alcun ruolo istituzionale e su come abbia fatto questa famiglia “straniera” ad avere così tanto successo non solo nel proprio Paese, ma in diversi. Probabilmente ciò è dovuto al passato coloniale del Regno Unito, che, con la moderna organizzazione internazionale del Commonwealth delle Nazioni (56 Stati), mantiene stretti i rapporti con le ex colonie. Il merito dovrebbe anche essere dato al carisma di coloro che ne sono stati esponenti: il membro più ricordato, al pari con i grandi nomi della storia, è la Regina Elisabetta II e ad oggi anche William e Kate hanno grande successo sia in Gran Bretagna sia nell’opinione internazionale. Da loro si può prendere spunto, imparando dal loro carisma.

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FONTI

https://www.ilmessaggero.it/mondo/re_carlo_incoronazione_diretta_tv_orario_invitati_programma_news_oggi_6_maggio_2023-7385318.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Abbazia_di_Westminster

https://www.raf.mod.uk/news/articles/armed-forces-make-major-contribution-to-historic-coronation-of-his-majesty-king-charles-iii/#:~:text=After%20the%20service%2C%20the%204%2C000,1%2C000%20Armed%20Forces%20street%20liners.

https://www.historic-uk.com/CultureUK/Coronation-Robes/

https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2023-05/cardinale-nichols-incoronazione-re-calo-iii-osservatore-romano.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Gold_State_Coach

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Leonardo Mamone