L’impatto dell’eolico sul territorio

Leonardo Mamone
18/06/2023
Tempo di lettura: 4 minuti
Eolico2

Non è di certo sconosciuto lo stretto rapporto tra l’uomo e le risorse naturali. Una tra queste, il vento, ha sicuramente portato allo sviluppo le società antiche permettendo loro di evolversi fino ai giorni moderni.

Specialmente in tempi antichi questa risorsa era alla base degli spostamenti: gli Egizi nel 3500 a.C. aspettavano il vento per manovrare le imbarcazioni nel Nilo, mentre altri popoli lo utilizzavano per muoversi nel mare e affrontare lunghi spostamenti.

Nell’VII secolo, in Iran e Afghanistan sono apparsi i primi mulini a vento ad asse verticale, mentre anni più tardi, in Europa, sono stati perfezionati i primi mulini ad asse orizzontale, utilizzati per scopi agricoli, quali la macinazione dei cereali e l’irrigazione dei campi.

In epoca moderna e contemporanea il rapporto tra uomo e risorse naturali si è leggermente modificato. Il vento, in particolare, è diventato una fondamentale fonte energetica,

Dal 1887 l’energia eolica si è trasformata in un vero e proprio business, dopo che la scozzese James Blyth ha inventato la prima turbina eolica che, oltre a fornire energia alla propria residenza, illuminava anche la strada principale della sua cittadina (Marykirk). Gli abitanti di questa città scozzese, però, non hanno ben accolto tale iniziativa reputando l’elettricità “opera del diavolo”.

Da questa data in molti hanno cercato di perfezionare le tecniche per utilizzare al meglio il vento come energia, soprattutto in una realtà in cui molte residenze o fattorie non erano connesse alle reti elettriche.

Ad oggi, se da un lato si cerca di utilizzare energia proveniente da fonti rinnovabili, dall’altro si è poco propensi ad accettare le problematiche che porterebbero, soprattutto al paesaggio. Tra i numerosi vantaggi il primo è certamente la grande reperibilità di questa fonte, essendo il vento presente ovunque sulla terra, nonché l’ottima efficienza di conversione, che si aggira tra il 40 e il 50 per cento (teoricamente si potrebbe arrivare al 59 per cento) e l’irrisorio impatto sul suolo, sviluppandosi le pale in altezza.

Sebbene il terreno non verrebbe eccessivamente impattato, lo stesso non può essere detto per quanto riguarda il paesaggio. L’altezza delle installazioni si aggira mediamente sui 120 metri, ciò le rende visibili anche da distanze elevate. Inoltre il movimento delle pale produce un fastidioso rumore, contribuendo all’inquinamento acustico.

A proposito del paesaggio, l’ex presidente del Veneto Giancarlo Galan ha espresso la propria preoccupazione circa l’impatto che gli impianti avrebbero potuto avere sul paesaggio regionale, che ne sarebbe risultato deturpato.

Una simile vicenda l’ha dovuta affrontare la Regione Umbria, che, con due delibere della giunta regionale, nel 2016 ha bocciato i progetti per la realizzazione di 18 pale eoliche nello Stina (Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico Ambientale, compreso nei Comuni di Allerona, Ficulle, Parrano, San Venanzo, Orvieto, Castelviscardo, Montegabbione, Fabro e Todi).

È ovvio che l’emergenza climatica mette l’intera comunità globale di fronte all’evidenza imminente di produrre energia mediante fonti pulite per ridurre inquinamento e l’effetto serra. Il fotovoltaico sembra convogliare le esigenze estetiche ed ambientali verso un futuro decisamente migliore. I pannelli, infatti, possono essere installati sopra i tetti degli edifici, non hanno inoltre parti in movimento, hanno bassissimi costi di manutenzione e ciascun impianto ha durata di circa 30 anni. L’unica problematica sono i costi di installazione e l’inquinamento che ne deriverebbe dallo smaltimento degli impianti non più utilizzabili. Il sole è inoltre presente ovunque in Italia, soprattutto in estate; le regioni del Sud si trovano esposte al sole diretto per settimane consecutive.

Risulta chiaro che ogni regione deve adeguarsi alle esigenze dei tempi moderni, che richiedono ovviamente energia per soddisfare il bisogno cittadino, ma proveniente da fonti che non partecipino all’inquinamento globale. Anche il conflitto tra Russia e Ucraina ha reso ovvia l’importanza dell’autosufficienza energetica, converrebbe dunque all’Italia cercare il più possibile di avvicinarsi a questo traguardo seguendo una “strada corretta”. In base alle proprie esigenze e alle fonti disponibili si potrebbero installare impianti energetici progettati specificatamente per il territorio in cui andrebbero realizzati, scegliendo l’alternativa più efficiente e adatta.

FONTI

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwi4oIfCks3_AhXyc_EDHeOWCUUQFnoECBAQAQ&url=https%3A%2F%2Fwww.italianostra.org%2Fwp-content%2Fuploads%2Fbollettino_419.pdf&usg=AOvVaw2nMtM0gKQFnLhQiFj8dELO&opi=89978449

https://www.enelgreenpower.com/it/learning-hub/energie-rinnovabili/energia-eolica

https://www.enelgreenpower.com/it/learning-hub/energie-rinnovabili/energia-eolica/vantaggi-energia-eolica

https://www.regione.umbria.it/stina

Eolico
Leonardo Mamone