LIBRI / “Da grande” di Giulio Xhaët

Giampiero Castellotti
07/01/2023
Tempo di lettura: 3 minuti
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Il fondale è la “transizione incombente”. Cioè la fase segnata dall’interrogativo costante su dove si stia andando. Già. Tra speranze assottigliate, ambizioni ridimensionate e molte ansie. La parola scelta dal New York Times nel 2021 come emozione dell’anno è “languore”. Azzeccatissima. Perché i nostri sono indubbiamente “giorni sfocati”. Tutti uguali. Segnati dal tedio. Il coprifuoco da pandemie e da guerre, i problemi energetici ed economici, la narcosi dei social. Viviamo come sott’acqua.

Esagerazioni? Beh, no. Perché c’è bisogno comunque di riflessioni profonde e soprattutto benefiche in questo periodo segnato dai drammi universali, dalla superficialità delle risposte, dall’infinito smarrimento. Servono quindi iniezioni di sano ottimismo per intravedere la luce alla fine del tunnel.

“Per tornare a respirare un’aria che sa di buono” arriva in soccorso Giulio Xhaët, formatore aziendale di cultura digitale, gestione del cambiamento e sviluppo dei talenti. E l’autore del saggio “Da grande”, ricco di spunti in ambito esistenziale e lavorativo. Le 352 pagine del libro rappresentano una miniera di storie coraggiose, di decisioni sofferte ma liberatorie, di aspirazioni finalmente realizzate. Perché volere non sempre è potere. Ma, si sa, la fortuna aiuta soprattutto gli audaci.

Ecco allora il contemporaneo “Yolo”, richiamato dal libro. È l’acronimo di You only live once, si vive una volta sola. I latini del carpe diem lo avevano già sentenziato. Xhaët lo associa alle riflessioni di Sartre sul nostro desiderio di essere apprezzati da chi ci osserva. Stimoli per ripartire.

I percorsi evocati nel libro sono tanti. Come quello di Sara Colnaghi. Dopo un anno di precariato tra stage retribuiti e non retribuiti, contratti a progetto e a tempo determinato e una lunga esperienza in un ufficio stampa, nel 2021 ha deciso di mollare tutto per fare la fioraia nel suo paese, Cornate d’Adda, in Brianza. Ora sta bene, si sente bene.

Un’altra storia che semina fiducia è quella di Vito Ansaldi. Tecnico informatico quarantenne, da tempo sentiva un’altra vocazione: fare l’illustratore digitale. Prima del Covid indugiava: “Come trovare il coraggio di lasciare il posto fisso a quarant’anni?”. Durante la pandemia ha trovato quel coraggio: “Devo farlo, la vita è troppo breve per passare otto ore al giorno facendo qualcosa che non mi piace”.

Stefano Lorenzi, direttore creativo del celebre parrucchiere Aldo Coppola, ha deciso anche lui di cambiare vita. Ha acquistato un pezzo di terra e produce vino: “Non avrei fatto tutto questo senza quel maledetto aprile 2020. Ho capito che quando una cosa ti piace davvero, devi darti delle scadenze e provare”.

E ancora Chiara, che ha interrotto l’università per aprire un’agenzia di comunicazione digitale all’estero. E Nicolò, che ha abbandonato le metropoli internazionali per avviare un’attività a Bari. Come loro, moltissimi altri hanno vissuto questi anni di incertezza come un’occasione per scoprire aspirazioni sepolte. Chi l’ha detto che solo i bambini hanno il privilegio di chiedersi cosa potranno fare?

Lo stesso autore del libro, Giulio Xhaët, confessa di aver imboccato molti sentieri sbagliati prima di trovare una strada che lo rappresentasse. Così, con il supporto di numerose ricerche e casi di studio, ci illustra come entrare nel flow della vita, in che modo conciliare passioni e talenti, ma anche come sfruttare al meglio i social e quali lezioni trarre dai fallimenti, al di là di facili retoriche.

“Da grande” è un percorso brillante e coinvolgente: ci spinge a scoprire la nostra vocazione per capire cosa vogliamo fare, chi vogliamo essere e cosa possiamo diventare, a qualunque età.

SCHEDA – “Da grande” di Giulio Xhaët, anno 2023, 352 pagine, Sonzogno Editore.
Il libro sarà in vendita dal 17 gennaio 2023.

Giampiero Castellotti