L’esempio di San Casciano dei Bagni

Domenico Mamone
08/11/2022
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San Casciano1

San Casciano dei Bagni è un bel borgo collinare in provincia di Siena. Un secolo fa, fino agli anni Sessanta, aveva quattromila abitanti. Oggi ne sono rimasti 1.500. Nel centro storico vivono addirittura soltanto ottanta persone.

Nonostante la presenza delle acque termali – 42 sorgenti ad una temperatura media di 40 gradi con una portata complessiva di circa 5,5 milioni di litri di acqua al giorno, dato che colloca San Casciano al terzo posto in Europa per portata di acqua termale -, una posizione invidiabile tra il monte Amiata e i laghi del Trasimeno e di Bolsena, la ricchezza costituita da olio e vino ed un turismo che assicura 60mila presenze all’anno (qui hanno casa, tra i tanti nomi noti, anche Walter Veltroni, Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini), il paese si è svuotato perché soffre di tutte le problematiche dei piccoli centri dell’entroterra: strade inadeguate, servizi carenti, ospedale lontano. E allora, che fare?

La giovane sindaca, Agnese Carletti, 37 anni, laurea in filosofia, da tre anni alla guida dell’amministrazione comunale, ha fatto una scelta coraggiosa: puntare tutto sulla cultura. Così è partito, ad esempio, un cantiere di scavo, finanziato dal Comune, che da tre anni sta riportando alla luce i resti delle terme sacre etrusche e romane di oltre due millenni fa. Precedentemente era stata scavata la necropoli etrusca di Balena. Ed ora la clamorosa notizia lanciata dall’Ansa in esclusiva con il titolo “A San Casciano come a Riace”: il ritrovamento delle 24 statue romane di bronzo di raffinatissima fattura, in perfetto stato, protette per 2.300 anni dal fango e dall’acqua bollente. Un’enorme soddisfazione per la sindaca e per la cittadinanza, anche perché potrebbe concorrere a trattenere i giovani, come si augura la prima cittadina.

“Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo – ha annunciato in anteprima all’Ansa l’archeologo Jacopo Tabolli, il giovane docente dell’Università per Stranieri di Siena, che dal 2019 guida il progetto con la concessione del ministero della Cultura e il sostegno anche economico del piccolo comune.

Fa sapere l’agenzia che il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha già visitato il laboratorio di restauro che ha appena accolto le statue e ora applaude: “Un ritrovamento eccezionale che ci conferma una volta di più che l’Italia è un paese fatto di tesori immensi e unici. La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana”.

Perché raccontare questa storia? Perché rappresenta una ricetta possibile per rispondere alla rassegnazione che aleggia spesso nei piccoli centri. San Casciano si candida a calamitare ancora più turisti e, quelli mossi dalla cultura e dalla città d’arte, costituiscono certamente il patrimonio più interessante. Inoltre l’area archeologica potrà garantire nuovi posti di lavoro e rilanciare l’indotto, dal momento che il numero delle attività ricettive purtroppo si è ridotto nel corso degli anni.

Domenico Mamone