L’era di Pelé

Leonardo Mamone
04/01/2023
Tempo di lettura: 5 minuti
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Lo scorso 29 dicembre è scomparso uno dei giocatori più celebri della storia del calcio: Pelé. Con la morte di Maradona e dell’asso brasiliano termina un’era sportiva durata circa quarant’anni.

Edson Arantes do Nascimento era nato a Três Corações il 23 ottobre 1940. Non è stato solo un calciatore, ma anche un dirigente sportivo e ministro dello sport.

Era chiamato “O Rei do Futebol” (Il Re del Calcio) e “Perla Nera” (in portoghese Pérola Negra). Inoltre per la FIFA, il Comitato Olimpico Internazionale e l’International Federation of Football History & Statistics è stato il Calciatore del secolo, nonché Pallone d’oro FIFA del secolo, votato dai precedenti vincitori del Pallone d’oro. Successivamente ha ricevuto, unico calciatore al mondo, il Pallone d’oro FIFA onorario.

Tra i vari meriti, Pelé è stato l’unico calciatore al mondo a detenere la vittoria di tre edizioni del campionato mondiale di calcio, evento avvenuto con la nazionale brasiliana nel 1958, 1962 e 1970. Inoltre il suo gol realizzato alla Svezia nella finale del 1958 è considerato il terzo più grande gol nella storia della Coppa del Mondo FIFA; la stessa gli riconosce il record di reti realizzate in carriera, 1.281 in 1.363 partite, mentre in gare ufficiali ha messo a segno 757 reti in 816 incontri.

Pelé ha partecipato al suo primo mondiale nel 1958 quando ha disputato la prima partita ai Mondiali contro l’Unione Sovietica nella fase a gironi. Era il più giovane del torneo e il più giovane ad avere mai giocato una partita della fase finale della Coppa del Mondo. Grazie al suo gol contro il Galles il 19 giugno 1958 (per lui il primo durante un tale evento), ha determinato l’1-0 finale consentendo al Brasile di qualificarsi alle semifinali.

In quell’anno il Brasile ha raggiunto il primo posto.

Il calciatore ha preso parte anche al campionato sudamericano di calcio nel 1959, ai Mondiali in Cile nel 1962, a quelli in Inghilterra nel 1966 e infine nel 1970 ha partecipato al suo ultimo in Messico, con la nazionale che ha battuto l’Italia 4 a 1 nella celebre finale, con primo gol proprio di Pelé.

Interessante e notevole è il periodo da lui vissuto successiva alla carriera sportiva.

Terminata la carriera agonistica, a differenza di molti suoi colleghi, ha preferito non fare l’allenatore di calcio, piuttosto ha pubblicato alcune autobiografie ed è comparso in diversi documentari, oltre a comporre brani musicali, tra cui l’intera colonna sonora del film “Pelé” del 1977.

Nel 1981, insieme a Michael Caine e Sylvester Stallone, ha recitato in “Fuga per la vittoria”, film sul tentativo di fuga di alcuni detenuti in un campo di concentramento nazista durante la seconda guerra mondiale. Per il suo impegno è stato nominato ambasciatore delle Nazioni Unite per l’ecologia e l’ambiente nel 1992 e nel giugno 1994 Goodwill Ambassador dall’Unesco. Il suo impegno nello sport e le sue abilità sono state riconosciute anche dalla politica quando nel 1995 il presidente brasiliano Cardoso lo nominò ministro straordinario per lo sport, fino al 1998, quando si è dimesso.

In questo periodo Pelé ha proposto una legge per ridurre la corruzione nel calcio brasiliano, che è rimasta nota con il nome di “Legge Pelé”.

Il “Re del Calcio” vanta anche un lungo periodo di inviti ad eventi sportivi, dove la sua partecipazione è stata sempre notevolmente apprezzata.

Nel novembre 2007 è stato ospite d’onore ai festeggiamenti per il 150º anniversario dello Sheffield Utd, la più antica squadra di calcio ancora in attività, che ha disputato un’amichevole con l’Inter (5-2 per i nerazzurri), Ha inoltre inaugurato una mostra nella quale è stata esposta al pubblico per la prima volta in quarant’anni la copia originale scritta a mano delle regole del calcio.

Il 12 agosto 2012 ha partecipato alla cerimonia di chiusura dei Giochi olimpici di Londra nel segmento di presentazione dei Giochi olimpici che si sono tenuti a Rio de Janeiro nel 2016, mentre Il 15 giugno 2015 era alla conferenza di Electronic Arts all’Electronic Entertainment Expo 2015, dove ha raccontato la storia che lo ha portato ai mille gol in carriera, presentando il videogioco a tema calcistico FIFA 16; egli stesso sarà protagonista del primo trailer del gioco.

Ha utilizzato i suoi anni maturi lottando per l’educazione dei giovani contro l’uso di sostanze stupefacenti, anche perché sono stata causa dell’arresto del figlio Edinho, ex portiere, nel 2005; si è schierato contro le discriminazioni razziali e sessuali fuori e dentro il mondo sportivo.

Nonostante il suo vasto patrimonio, derivante in gran parte da attività extracalcistiche, dal 2008 è stato registrato presso la previdenza brasiliana come ex atleta professionista e da ottobre ha ricevuto una pensione mensile di quasi 3.000 real (527 euro).

I suoi problemi di salute sono cominciati il 12 novembre 2014, quando è stato ricoverato in ospedale per calcoli renali al livello dell’uretra e della vescica e per un’infezione urinaria, venendo sottoposto a emodialisi; è stato dimesso il 9 dicembre. Nel maggio seguente è stato operato alla prostata all’ospedale Albert Einstein di San Paolo, per poi sottoporsi ad un’altra operazione il 4 settembre 2021 per un tumore al colon.

Un’era calcistica si è dunque spenta con la sua morte. Un’insufficienza multiorgano, come si legge nel bollettino medico dell’ospedale Einstein di San Paolo, ci ha privato di uno dei più abili giocatori nella storia del calcio.

Leonardo Mamone