
Il 12 settembre 2019 Papa Francesco ha lanciato un invito a dialogare sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Con questo scopo ha promosso l’iniziativa di un Patto educativo globale per ravvivare l’impegno per e con le nuove generazioni, rinnovando l’importanza di un’educazione più aperta e inclusiva, basata sul dialogo e sulla mutua comprensione.
Lo scopo è stato quello di unire gli sforzi comuni in un’ampia alleanza educativa per formare cittadini maturi e responsabili, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna nel rispetto reciproco.
Già nel 2015 nell’enciclica “Laudato sì”, il Pontefice ha invitato alla collaborazione globale per custodire la nostra “casa comune”, affrontando insieme le sfide che ci interpellano. A distanza di pochi anni ha quindi rinnovato la sua richiesta nella speranza di un dialogo costruttivo che abbia come fulcro la nuova generazione.
L’attenzione è quindi riversata su sette punti fondamentali, che secondo Bergoglio porterebbero ad un sano sviluppo della società, che da sempre viaggia inevitabile verso il futuro: sta all’uomo decidere che rotta prendere, ricordando di vivere in un periodo di cambiamenti epocali. La tecnologia, ormai, è sempre di più in ogni angolo, dal lavoro all’istruzione, fin dentro le case di ognuno.
Il messaggio è rivolto a tutti, senza alcuna distinzione di nazionalità, condizione sociale o carriera.
Tra i punti fondamentali vi è il mettere al centro la persona, facendo emergere la sua specificità e la sua capacità di essere in relazione con gli altri “contro la cultura dello scarto”; l’ascolto dei giovani, la promozione del ruolo della donna nella società, favorendo la piena partecipazione delle bambine e delle ragazze all’istruzione; la responsabilizzazione della famiglia, rendendola il primo è principale soggetto educatore; l’accoglienza; il rinnovo della politica e dell’economia, studiando nuovi modi di intenderle, ponendole al servizio dell’uomo; infine, ma non per importanza, la custodia della “casa comune”.
Proprio quest’ultimo punto si è dimostrato essere uno dei più cari, non solo al Pontefice, bensì anche ad altri esponenti che nutrono di notevole fama internazionale, tra cui Leonardo Di Caprio, Greta Thunberg, Barack Obama e Julia Roberts, per citarne alcuni.
Tra le criticità principali vi è la situazione idrica, strettamente legata al cambiamento climatico, la quale aggrava le già importanti situazioni di povertà.
Il mondo potrebbe affrontare un carenza idrica globale del 40 per cento entro il 2030, per il riscaldamento globale e l’aumento dei consumi.
Dei 1.386 miliardi di metri cubi d’acqua presenti nel mondo, il 97 per cento sono costituiti dall’acqua salata dei mari e degli oceani, il 2 per cento è racchiuso all’interno di ghiacciai e calotte polari, mentre solo lo 0,5 per cento è rappresentato dall’acqua potabile.
Secondo il Rapporto delle Nazioni Unite circa due miliardi di persone non hanno l’accesso ad acqua potabile sicura; si evidenzia, inoltre, come il fabbisogno di acqua sia aumentato a livello globale di circa l’1 per cento ogni anno negli ultimi 40 anni e dovrebbe mantenere tassi di crescita simili fino al 2050.
Tra le principali cause dell’emergenza idrica vi è il cambiamento climatico, in quanto le precipitazioni diminuiscono. Oppure, al contrario, inondano ampi territori. I ghiacciai, che possono fungere da serbatoi estivi, si ritirano. Aumentando la popolazione mondiale, è ovvia conseguenza l’aumento della quantità d’acqua consumata, dal momento che aumenta la domanda di prodotti agricoli e industriali che ne fanno un uso intensivo. Il 70 per cento dell’acqua in tutto il mondo è usato per l’irrigazione di prodotti agricoli, il 22 per cento per l’industria e solo l’8 per cento per uso domestico.
In conclusione, il vademecum del Papa dovrebbe far riflettere ognuno, soprattutto i governanti, circa l’importanza dei punti espressi da lui stesso.
È considerabile insolito che il Papa si esponga così coraggiosamente su temi che sono tanto religiosi quanto, di fatto, politici. Ma non può certo esimersi dall’evidenziare e denuncire la drammatica situazione a livello mondiale, perché le disparità e le ingiustizie nel mondo aumentano anche nell’accesso ai beni primari.
FONTI
https://waidy.it/storie-green/ambientalisti.html
https://www.helvetas.org/it/svizzera/cosa-facciamo/nostri-temi/acqua/crisi-idrica