Una manovra nel segno della prudenza e della ragionevolezza, dal momento che i conti vanno mantenuti in ordine in questa difficile fase internazionale, segnata in particolare dai conflitti bellici dopo la lunga impennata inflazionistica. Tenendo anche presente che il debito pubblico, che sfiora ormai i tremila miliardi, non è stato ancora aggredito e pesa come un macigno.
Il governo, fedele alle promesse elettorali, pone attenzione alle famiglie, al lavoro e alle imprese.
Sul primo fronte, la novità più interessante è la “Carta per i nuovi nati” che riconosce 1.000 euro ai genitori entro la soglia Isee di 40 mila euro per far fronte alle numerose prime spese per ogni nuovo nato. Nel contempo viene rafforzato anche il bonus asili e l’Assegno unico esce fuori dal calcolo dell’Isee.
Altra novità riguarda le detrazioni, che saranno parametrate al numero dei componenti di una famiglia, una sorta di anticipo del “quoziente familiare”. Dovrebbe poi essere estesa alle lavoratrici autonome la decontribuzione per le mamme lavoratrici con due o tre figli.
Particolarmente importante la conferma del taglio del cuneo fiscale: dal prossimo anno potrebbe rimanere contributivo per i redditi fino a 20mila euro, per poi passare in fiscale, con un aumento delle detrazioni per il lavoro dipendente fino a 35mila euro.
Resta la decontribuzione in favore delle imprese localizzate nella Zes e gli incentivi all’autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie, la transizione digitale ed ecologica. Trovano conferma i fringe benefits, con importi maggiorati per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri. La scorsa Legge di bilancio ha portato la soglia di esenzione dei fringe benefit a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico e a 1.000 euro per tutti gli altri, dando la possibilità di usarli anche per pagare l’affitto o il mutuo prima casa.
Rinnovo per il triennio 2025-2027 della tassazione agevolata al 5 per cento dei premi di produttività ai lavoratori.
Nel Sud Italia trovano conferma anche gli incentivi all’occupazione di giovani e donne nei rapporti di lavoro operativi dal biennio 2026-2027.
Parallelamente, con la rimodulazione dei tre scaglioni dell’Irpef, se i fondi conseguenti al concordato preventivo e al ravvedimento collegato saranno sufficienti, il governo potrebbe ridurre l’aliquota intermedia, fino a 50mila euro di reddito, dal 35 al 33%.
Notizia che va incontro a tanti italiani, i più proprietari di case: viene prorogato il bonus ristrutturazioni al 50%, ma solo per la prima casa.
Infine si riuscirà ad incrementare la spesa sanitaria, dovrebbero esserci tre miliardi in più.
Ma da dove arriveranno i soldi per le coperture della trentina di miliardi lordi che mobiliterà la finanziaria?
Inevitabili i tagli del 5 per cento dei fondi ai ministeri. Mentre una buona notizia arriva da banche e assicurazioni, da cui dovrebbe arrivare un contributo di 3,5 miliardi in due anni, dal momento che soltanto gli istituti di credito ne hanno incassati 76 nel biennio, 25,4 nel 2022 e 40,6 nel 2023. Ma si tratterebbe soltanto di un anticipo sulle future imposte.