Le due facce del capodanno cinese

Leonardo Mamone
12/02/2023
Tempo di lettura: 6 minuti
Cina

Domenica 22 gennaio in Cina, in vari Paesi del sud-est asiatico e nelle varie comunità cinesi migrate nel mondo si è festeggiato il Capodanno lunare, ossia l’inizio del nuovo anno che terminerà il 9 febbraio del 2024. Tale festività è uno degli eventi più conosciuti al mondo ed è motivo di quella che viene considerata la più estesa migrazione annuale di esseri umani.

I festeggiamenti sono durati 16 giorni e segnano convenzionalmente il passaggio dall’inverno alla primavera. Ciò spiega perché la festa sia conosciuta anche come “festa di primavera”.

Nei primi sette giorni delle celebrazioni scuole e uffici restano chiusi, le famiglie si riuniscono per pranzi e cene abbondanti, per pregare e festeggiare e vengono organizzate parate e spettacoli pirotecnici.

Secondo i principali blog di cucina che si sono occupati di indagare sui piatti tipici, nella top five dei cibi più amati e consumati durante questa festa ritroviamo: il pesce, i ravioli cinesi (餃子), le tagliatelle lunghe di riso, gli involtini primavera (春卷) e il tortino a base di riso.

A rotazione, ogni anno, prende il nome di uno dei 12 animali dello zodiaco folcloristico cinese (topo, bufalo, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, capra, scimmia, gallo, cane e maiale). Quest’anno tocca al coniglio, considerato un simbolo di prosperità, abbondanza e fertilità, ma anche di longevità.

Nelle ultime settimane il governo cinese ha allentato le misure anti Covid permettendo a moltissime persone di tornare nei loro paesi senza le dure limitazioni previste fino a poche settimane fa dalla cosiddetta strategia “zero Covid”, che aveva comportato misure rigidissime e l’introduzione di pesanti lockdown per impedire la diffusione dei contagi. A fine dicembre, infatti, sono state abbandonate improvvisamente le restrizioni introdotte fin dall’inizio della pandemia, nonostante nel Paese fosse in corso un’enorme ondata di contagi, la più grave mai riscontrata in Cina, che secondo molti analisti peraltro il Paese era del tutto impreparato ad affrontare.

L’epidemiologo Wu Zunyou, responsabile del Centro per il controllo delle malattie in Cina, ha ammesso che lo spostamento in massa di così tante persone avrebbe potuto favorire la diffusione del virus in certe aree. In un post condiviso sui social network, ha tuttavia sostenuto l’improbabilità di un aumento dei contagi nei prossimi due-tre mesi visto che circa l’80 per cento dei 1,4 miliardi di abitanti della Cina sarebbe già stato contagiato durante l’ultima ondata.

Le autorità informatiche hanno annunciato un aumento della censura per evitare “sentimenti cupi” durante il Capodanno lunare causati da “voci” che circolano sulla pandemia da coronavirus, la diffusione del contagio e le esperienze di chi ha contratto l’infezione.

Le festività orientali si stanno diffondendo anche in Occidente, per questo le varie associazioni di via Paolo Sarpi a Milano, una delle comunità cinesi più numerose in Italia, organizza da anni un grande evento che è anche un’occasione per celebrare insieme a italiani e turisti: “Per noi è un momento importante di integrazione, per incontrare le persone che desiderano essere coinvolte in un momento che trovano curioso e colorato – spiegano dall’Associazione Shoulashou-Diamocilamano, che vuole fare da punto d’incontro tra la cultura cinese e quella italiana e che con le altre organizzazioni locali organizza il Capodanno cinese a Milano.

La parata di quest’anno, che ha avuto luogo lo scorso 22 gennaio, ha costituito un ritorno alla normalità dopo le restrizioni legate alla pandemia; le strade sono state nuovamente occupate da dragoni e i leoni colorati di cartapesta sono tornati a sfilare per le vie del centro, costruendo un ponte con Pechino.

In occasione delle feste, tutti i lavoratori cercano di rientrare a casa dai luoghi di lavoro, portando a casa i ricavi di un anno, ma quasi il 75 per cento di essi non riceve in tempo il proprio stipendio e non ha quindi modo di partire. Sono decine di milioni i lavoratori migranti nel Paese, oggetto di sfruttamento da parte delle industrie cinesi, che non ricevono alcun tipo di compenso per mesi e a volte per anni.

Il problema diventa tragico con l’ avvicinarsi della ricorrenza; i soldi servono a migliorare la vita familiare e a pagare i debiti, inoltre, secondo la tradizione cinese, occorre pagare i propri debiti entro la fine dell’anno, per non cadere nella vergogna.

Le proteste dei lavoratori per i salari non pagati, che includono anche tentativi di suicidio, sono aumentate nel corso dell’anno ed hanno provocato nel governo centrale la paura di sommosse. Il premier Wen Jiabao (primo ministro del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese dal 2003 al 2013) ha detto, dopo il capodanno scorso, che avrebbe risolto il problema, ed ha avviato una campagna che, secondo Pechino, ha “sostanzialmente risolto” il problema. Wen sostiene di aver risolto il 90 per cento dei casi di salari non pagati.

La situazione attuale non sembra però effettivamente migliorata. Da un lato Li Keqiang (attuale primo ministro del Consiglio di Stato) assicura che l’attesa crescita economica cinese ci sarà e che tutto andrà bene. Dall’altra i lavoratori cinesi, con le proteste, gli scioperi, sottolineano i loro malcontenti. Ristrutturazioni e rallentamenti stanno creando due Paesi sempre più paralleli: quello dei funzionari e quello dei lavoratori.

Il New York Times ha affermato in un reportage che nelle scorse settimane sono stati centinaia «se non migliaia» i dipendenti «arrabbiati» dell’azienda “Longmay Mining Group” la più grande che si occupa di carbone nel nord-est della Cina, ad avere messo in scena «una delle proteste più politicamente audaci sugli stipendi non ancora pagati, denunciando il governatore della provincia, mentre lui e altri alti dirigenti erano riuniti per un meeting annuale a Pechino».

Il China Labor Bulletin, organizzazione che si occupa dei diritti del lavoro e che ha sede a Hong Kong, ha registrato più di 2.700 scioperi e proteste lo scorso anno, più del doppio rispetto al numero nel 2014.

In conclusione, sebbene i media mostrino un Paese gioioso per i festeggiamenti di un così grande evento, è impossibile non considerare l’altra faccia del Paese, lasciata abbandonata e senza tutele da un governo che difficilmente accetta critiche e malcontenti, ma che se volesse rimanere coerente con la propria ideologia, dovrebbe tutelare i lavoratori, soprattutto i più umili della Cina.

FONTI:
https://tg24.sky.it/mondo/2023/01/20/covid-cina-capodanno-lunare
https://www.vogue.it/news/article/capodanno-cinese-2023-come-festeggia-comunita-cinese-
in-italia
https://www.ilpost.it/2023/01/22/cina-capodanno-cinese-foto/
https://www.china-files.com/la-cina-dei-politici-e-quella-dei-lavoratori/
https://www.asianews.it/notizie-it/Si-ripete-il-dramma-del-Capodanno-lunare:-migranti-senza-paga-5228.html

Leonardo Mamone