Lavoro domestico, presentato il nuovo studio del Censis

Nataliya Bolboka
16/02/2023
Tempo di lettura: 2 minuti
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Presentato oggi, 16 febbraio, presso Palazzo Ferrajoli a Roma, lo studio “Il lavoro domestico. Una risorsa per il nuovo welfare”, realizzato dal Censis per Assindatcolf, l’Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico. Il Paper rappresenta il primo capitolo del Rapporto 2023 Family (Net) Work – Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico – il nuovo progetto editoriale promosso da Assindatcolf con la partnership di Censis, Effe (European Federation for Family Employment & Home Care), Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e Centro Studi e Ricerche Idos.

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La presentazione, cui ha preso parte anche Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità, è stata moderata da Valentina Melis, giornalista del Sole 24 Ore, e ha visto gli interventi di Andrea Toma, responsabile dell’area Economia, Lavoro e Territorio del Censis, Andrea Zini, Presidente di Assindatcolf, Aude Boisseuil, delegato generale Effe, Ester Dini, responsabile Ufficio Studi Consulenti del Lavoro, Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche Idos, Alessandro Lupi, vicepresidente Assindatcolf, e Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis.

L’Italia, si sa, è un paese dove l’età media è molto alta. Al momento si attesta sui 45,9 anni, ma in base alle stime dopo il 2050 supererà i 50 anni. Dato che si ripercuote tanto sulla società e sulle famiglie, rendendo necessario ricorrere a cure o aiuti esterni al nucleo familiare.

In base allo studio condotto dal Censis, il 79,5 per cento delle famiglie del campione si affida a una colf, principalmente a causa di una situazione personale, come l’età o problemi di salute, che non permette di svolgere le attività casalinghe (43,3 per cento). Ai servizi di una badante si rivolge invece il 20,5 per cento del campione. La motivazione principale è l’assistenza a un familiare non convivente, con il 38,2 per cento. Percentuale che sale notevolmente tra gli ultrasettantacinquenni, che hanno bisogno di aiuto nelle faccende quotidiane o di cura personale, arrivando al 74,3 per cento.

Il lavoro domestico influisce quindi in maniera rilevante sulla spesa familiare. In una situazione finanziaria già gravata dall’inflazione, aumenta sempre di più il rischio dell’insostenibilità di tali spese. In questo contesto si rendono necessari degli incentivi che riducano i costi, la promozione di interventi di sanità preventiva presso il domicilio delle persone anziane e il miglioramento dell’invecchiamento attivo, con la predisposizione di accessi facilitati ai servizi sanitari e sociali.

Nataliya Bolboka