L’alluvione in Romagna e la prevenzione dei disastri idrogeologici

Leonardo Mamone
22/05/2023
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Faenza
Faenza

In Emilia-Romagna 879 vigili del fuoco, di cui 696 giunti in rinforzo da altri Comandi, sono impegnati in queste ore nelle operazioni di soccorso per limitare le problematiche causate dall’alluvione e dalle successive inondazioni. 244 vigili sono al lavoro nella provincia di Forlì e 326 in quella di Ravenna, i territori dove permangono le maggiori criticità. Sono inoltre attivi 150 soccorritori acquatici, 50 esperti nelle operazioni di prosciugamento con pompe e idrovore. Sono stati realizzati finora un totale di 4.963 interventi, dei quali 1.148 a Bologna, 2.089 a Ravenna, 1.362 a Forlì Cesena, 364 a Rimini.

Mentre vi è forte preoccupazione per i possibili danni alle fondamenta degli edifici, per i quali sono in corso apposite indagini, per gli automobilisti persiste la raccomandazione di non recarsi nelle province di Forlì, Cesena e Ravenna, dove la viabilità secondaria è ancora interrotta dalla presenza di fango e acqua. Al momento è stata, appunto, liberata un’unica corsia per i veicoli d’emergenza. Il Prefetto di Ravenna ha inoltre disposto il divieto di circolazione dei veicoli commerciali con massa superiore a cinque tonnellate su tutte le strade comunali, provinciali e statali della provincia di Ravenna, fatta eccezione per le autostrade e gli itinerari ad esse alternativi; sono esclusi dal divieto i mezzi di soccorso e tutti quelli utilizzati dalla Protezione civile.

Resta ancora critica la situazione nel Comune di Conselice, nella provincia di Ravenna, tra i più colpiti dall’alluvione. L’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ha fatto sapere che nella notte vengono realizzati, da parte di Comune e Protezione Civile, lavori di consolidamento dell’argine del canale in Destra di Reno e che sarà rafforzata la stazione di pompaggio in località Botte Santerno a Villa Pianta, oltre all’altra stazione di pompaggio temporanea realizzata in prossimità del Reno. Il deflusso dell’acqua sarà però decisamente lento, in quanto prima di far partire gli impianti bisogna consolidare gli argini del fiume.

Sempre nel Ravennate, resta completamente isolato il territorio di Casola Valsenio, comune di 2.650 abitanti, poiché i 92 chilometri di strade comunali non sono percorribili a causa delle oltre 100 frane che hanno interessato quest’area dell’Appennino. L’unica strada, in cui possono transitare solo mezzi leggeri previa autorizzazione, è la provinciale 306, tutte le altre sono interdette. Tecnici comunali, vigili del fuoco e Protezione civile sono al lavoro da giorni per tentare di ripristinare un minimo di viabilità per liberare gli abitanti dal totale isolamento.

In tutta Italia, ma soprattutto nel Nord del Paese, risulta elevato il livello di pericolosità idraulica e di fatto gli eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti. Il geologo del Cnr Mario Tozzi sottolinea che il terreno asfaltato diventa sempre più impermeabile, cosi’, quando piove, l’acqua anziché essere assorbita resta in superficie; vi sono pareri che invece non ne ritengono la correlazione.

Inoltre, se l’Italia ogni volta che piove più del normale dovrà fronteggiare danni così ingenti e numerose morti, è il caso che si inizi a trovare la radice del problema, che, secondo il geologo, è imputabile al consumo di suolo e all’incuria.

Con il DPCM 20 febbraio 2019 è stato approvato il “Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico” al fine di proteggere il suolo, attraverso differenti programmi ed obiettivi, dai danni delle intemperie. Le risorse messe a disposizione dal 2019 al 2021 sono state di quasi 11 miliardi di euro. Uno dei problemi che viaggia di pari passo con quello del dissesto idrogeologico è la costruzione (spesso abusiva) in zone a rischio; inoltre spesso mancano strutture adeguate a fronteggiare situazioni critiche. Per tali motivi è fondamentale controllare lo sviluppo territoriale e urbano, utilizzando modalità e tecniche costruttive scelte tenendo conto della conformazione del suolo, delle sue caratteristiche e del rischio ad esso connesso.

I luoghi a rischio sono principalmente i contesti urbani giacché, a causa della quantità di superficie costruita e cementificata, il suolo, reso impermeabile, non riesce a drenare correttamente l’acqua, causando ristagni e danni di non poco conto. Per tale motivo vi è la necessità di ripristinare le aree verdi urbane e scegliere, per pavimentazioni esterne, piazze e altre superfici pubbliche, materiali idonei. Già esistono diverse soluzioni per realizzare pavimentazioni drenanti permeabili, che migliorerebbero notevolmente la situazione, tra queste anche un particolare calcestruzzo che assorbe l’acqua piovana, pur garantendo tutti i requisiti prestazionali che offre il normale cemento. Queste pavimentazioni, inoltre, sono in grado di favorire la mitigazione del terreno, risolvendo un grave problema ricorrente dei centri urbani: quello del calore.

Ritornando alla situazione romagnola, come analizzato dal centro di ricerca Meteo Expert, la regione ha ricevuto in 17 giorni la pioggia che normalmente cade in almeno sei mesi. Si parla di 300 / 400 millimetri nella maggior parte delle aree, con punte di 500 millimetri in alcune zone. A Faenza, per esempio, si registra una media pluviometrica annuale di 760 millimetri, a Pesaro di 712 millimetri, a Londra, ora per la sua piovosità, è di 690 millimetri. Tali eventi sono giunti poco dopo il 2 e il 3 maggio, quando già erano capitate situazioni simili. In quell’occasione, ad essere letale, è stata l’impermeabilità del terreno, frutto della siccità degli ultimi mesi, insolitamente caldi. Una volta assorbita, l’acqua ha saturato il terreno, impedendone l’ulteriore assorbimento.

FONTI

https://www.ilsole24ore.com/art/alluvione-emilia-romagna-e-ancora-allerta-rossa-musumeci-troppi-vincoli-i-fondi-AEn3mVWD?refresh_ce

https://www.open.online/2023/05/19/emilia-romagna-alluvioni-cambiamento-climatico-negazionisti/

https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2023/05/22/alluvione-emilia-romagna-diretta-emergenza-frane-casola-valsenio-isolata/7168904/

https://www.isprambiente.gov.it/files2018/area-stampa/comunicati-stampa/Mappa_pericolosita_frane_idraulica_PAI_Rapporto_2018_rid.jpg

Leonardo Mamone