Isole, non solo turismo ma territori complessi e ricchi di storia

Nataliya Bolboka
18/04/2023
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Si è tenuto oggi martedì 18 aprile al Palazzetto Mattei in Villa Celimontana il quarto incontro del ciclo di seminari “Geo-grafie insulari” dal titolo “Rappresentazioni insulari”, promosso dalla Società geografica italiana, dal Dipartimento di studi umanistici dell’Università Roma Tre e dal gruppo di lavoro Geografia delle piccole isole e degli stati arcipelagici dell’Associazione dei geografi italiani.

Pur in presenza di numerosi studi e di una letteratura molto ampia, nell’immaginario comune, isole e società insulari soffrono di una lettura stereotipata, in cui il turismo estivo fatto di sole, mare e divertimento predomina su ogni altro aspetto. Obiettivo del ciclo di incontri “Geo-grafie insulari” è quello di proporre visioni differenti, che aiutino a rileggere le isole nelle sue dimensioni sfaccettate.

All’evento nel ruolo di discussant Luisa Spagnoli ricercatrice dell’Istituto di storia dell’Europa mediterranea – Consiglio nazionale delle ricerche, e i ricercatori Artuto Gallia dell’Università degli Studi di Roma Tre, e Giulio Tatasciore della Scuola Normale Superiore di Pisa e docente all’Università Roma Tre.

L’incontro ha posto l’attenzione sulle modalità di rappresentazione delle isole e delle società insulari attraverso media e fonti diversi, come il testo, l’iconografia e la cartografia. Quest’ultima per esempio costituisce un importante palinsesto culturale prodotto dalle società che permette di decifrare l’azione umana e le dinamiche territoriali avvenute nel corso del tempo.

Fino al XVIII secolo, infatti, le isole italiane erano per lo più disabitate. Il processo di popolazione delle isole, e in particolare quelle del Regno delle Due Sicilie, è iniziato a partire dal Settecento in parte per fronteggiare la pressione demografica di alcune zone a maggiore densità, ma soprattutto per poter controllare le coste e gli spazi marini circostanti. Questo cambiamento emerge in maniera evidente dalle carte storiche insulari che passano dall’essere rappresentati come spazi completamente privi di insediamenti, a terrazzamenti e costruzioni dalla pianta urbana regolare, tipica delle città di nuova fondazione.

Allo stesso tempo, l’isola metafora di mondi ignoti o sconosciuti, è stata largamente rappresentata dalla letteratura che ha contribuito alla costruzione dell’immaginario comune. A volte come simbolo di una popolazione libera e frugale, altre come immagine di un popolo barbaro, espressione di una giustizia selvaggia, che deve essere civilizzato.

Da qui l’importanza dell’utilizzo di diverse fonti che permettano di studiare e delineare i territori insulari nelle loro complessità e caratteristiche.

Nataliya Bolboka