Indennità Natura 2000: dalla Regione Lazio aiuti agli allevamenti estensivi

Vanessa Pompili
07/01/2025
Tempo di lettura: 3 minuti
Mucca

La Regione Lazio ha attivato l’Indennità Natura 2000, un intervento a sostegno degli allevamenti estensivi nelle aree protette che mira a preservare la biodiversità di habitat fondamentali per il territorio. L’indennità riconosce un premio di 210 euro per ettaro, con pagamento digressivo per scaglioni fino a un massimo di 30 ettari, corrispondente a un tetto annuale di 5.040 euro per azienda.

Una misura pensata per raggiungere la maggior parte dei piccoli allevamenti familiari, che rappresentano un elemento chiave per la tutela degli habitat di prateria e il mantenimento di un equilibrio tra attività umana e ambiente. L’Indennità Natura 2000 s’inserisce in un quadro normativo innovativo che riconosce il ruolo degli agricoltori e allevatori come custodi dell’ambiente, come previsto dalla legge 28 febbraio 2024, n. 24. Questo intervento rappresenta un ulteriore passo avanti, verso un modello di sviluppo sostenibile, capace di valorizzare le aree interne, potenziare le economie locali e preservare il patrimonio ambientale del Lazio.

“Accogliamo con entusiasmo la decisione della Regione Lazio – ha dichiarato il commissario straordinariodi Arsial Massimiliano Raffa. “Per la prima volta, viene garantito un sostegno concreto agli allevamenti estensivi, essenziali per la conservazione degli habitat di prateria, avviando contemporaneamente un percorso virtuoso per il recupero e la valorizzazione delle aree interne, spesso soggette a spopolamento e abbandono”.

La misura approvata dalla Regione Lazio rappresenta un primo, importante passo per invertire questa tendenza e sostenere gli allevatori come custodi attivi dell’ambiente, allineandosi con gli obiettivi europei della recente Nature Restoration Law, che prevede il recupero del 90% degli habitat degradati entro il 2050. Il Lazio si distingue a livello nazionale per la consistenza del suo patrimonio zootecnico, con oltre il 10% degli allevamenti di bovini da carne e il 15% degli ovicaprini da latte. Tuttavia, questi allevamenti affrontano sfide complesse, tra cui la predazione del lupo, i danni da fauna selvatica e una filiera produttiva non sempre integrata nelle catene distributive.

Gli habitat di prateria rappresentano un patrimonio fondamentale per il Lazio. Tuttavia, l’abbandono del pascolo, causato dalla progressiva diminuzione degli allevamenti familiari, ha accelerato la transizione di oltre 100mila ettari di pascoli e seminativi a bosco dal 1954 a oggi. Come evidenziato dal progetto europeo Life Grace, di cui Arsial è capofila, nelle zone a protezione speciale (Zps) della Montagna reatina, dei Monti della Tolfa e degli Ausoni-Aurunci, circa 3mila ettari di pascoli risultano già degradati o in transizione a bosco. Questo processo compromette la conservazione di specie animali e vegetali, come uccelli, farfalle e orchidee, che dipendono da questi habitat per la loro sopravvivenza.

Vanessa Pompili