Quale ruolo giocheranno la digitalizzazione e l’Intelligenza Artificiale (IA) tra le imprese italiane per ottenere maggiore efficienza, essere sempre più competitive e innovative? Quali le prospettive future che attendono il sistema imprenditoriale negli anni a venire? E come affrontano il cambiamento?
Sono alcuni dei quesiti cui risponde l’indagine dal titolo “AI e digitalizzazione: le nuove frontiere dell’IP (Intellectual Property)”, argomento molto attuale, realizzata da Centro Studi TopLegal Consulting, tra gennaio e aprile 2024, per conto dello Studio legale Trevisan & Cuonzo.
I risultati dell’Osservatorio IP 2024, sono il frutto di un’analisi condotta su un campione di 50 aziende italiane, con un fatturato compreso tra i 100 milioni e oltre 10 miliardi di euro, e leader in settori quali infrastrutture e trasporti (17%), lusso (17%), scienze della vita (17%), alimentare [food&beverage] (13%), tecnologia, TMT (15%), banche e assicurazioni (8%), energia (7%), PMI [piccole e medie Imprese] (4%) e pubblica amministrazione (2%).
Il rapporto si propone di mettere in luce le sfide e le opportunità della digitalizzazione e dell’integrazione dell’intelligenza artificiale (IA) nei processi aziendali.
Nella trasformazione digitale le imprese italiane sono sulla buona strada: oltre il 60% delle imprese italiane infatti ha già avviato un percorso di digitalizzazione, mentre il 37% è in fase avanzata. Le aziende stanno utilizzando la digitalizzazione principalmente per la creazione e gestione dei documenti, l’amministrazione, l’automazione delle procedure e la contabilità.
Tra i principali vantaggi riscontrati gli intervistati rilevano: una migliore efficienza operativa (89%), la semplificazione dei processi (74%), una migliore analisi dei dati (72%). Sebbene per l’81% dei rispondenti si sia resa necessaria l’assistenza da parte di un esperto per favorire la digitalizzazione. Di questi il 60% ha inoltre creato un gruppo interno ad hoc.
Gestita internamente per il 98%, l’assistenza legale in materia di digitalizzazione e innovazione rappresenta in media l’8% del budget stanziato per le attività di digitalizzazione.
L’aumento della competitività e il miglioramento dell’esperienza del cliente pesano rispettivamente invece per il 46% e il 30%. Tuttavia, a fronte di questi vantaggi positivi le imprese si trovano ad affrontare sfide dovute alla mancanza di competenze digitali (57%), a problemi di sicurezza informatica (54%), di integrazione con i sistemi esistenti (52%) e alla resistenza al cambiamento da parte dei propri dipendenti (44%) costi (43%), privacy (41%) e la difficoltà nel tenere il passo con i cambiamenti tecnologici (37%) sono ulteriori aspetti che contribuiscono a rallentare il raggiungimento di tali obiettivi.
Il 53% delle aziende ha integrato sistemi di IA, utilizzandoli in campi quali la reportistica, la gestione dei contratti, l’automatizzazione dei processi e l’analisi predittiva, rilevando importanti benefici e miglioramento delle performance.
All’IA riconoscono infatti una maggiore automazione delle attività ripetitive, ma soprattutto un significativo vantaggio competitivo grazie alla qualità migliorata dei servizi e alla capacità di prevedere eventi futuri tramite algoritmi avanzati.
A fronte dei vantaggi evidenziati dalle risposte degli intervistati emergono anche le sfide che le imprese si trovano a fronteggiare nell’integrazione dell’IA, riguardano essenzialmente i rischi per la sicurezza e la privacy, la qualità e la disponibilità dei dati, l’utilizzo inconsapevole degli stessi in processi decisionali, l’integrazione con i sistemi esistenti, quindi l’interoperabilità degli strumenti, i costi di implementazione.
Sul fronte delle nuove tecnologie e degli strumenti implementati all’interno delle aziende ci sono le Chatbots e il Machine Learning, ovvero sistemi che consentono di apprendere o di migliorare le performance in base ai dati utilizzati.
Il rapporto evidenzia anche il crescente ruolo dell’assistenza legale nel processo di digitalizzazione. Sebbene solo il 12% delle aziende abbia già richiesto consulenza esterna per l’integrazione dell’IA, il 70% prevede un aumento delle esigenze legali in aree critiche come la cybersicurezza, la protezione dei dati personali e la conformità alle normative come l’AI Act europeo. L’assistenza legale è già parte integrante del budget di digitalizzazione per il 98% delle aziende, e rappresenta in media l’8% del totale.
Le aziende stanno già pianificando le prossime fasi della roadmap digitale, che includono un’ulteriore adozione del 5G e la conformità alle nuove normative europee come l’AI Act e il Digital Services Act. Questi passi saranno essenziali per mantenere il vantaggio competitivo e garantire una gestione sicura ed efficiente dell’innovazione tecnologica.
“Il futuro dell’innovazione passa attraverso una corretta integrazione – dichiara Gabriele Cuonzo – Managing Partner dello Studio Trevisan & Cuonzo – tra tecnologia, competenze digitali e assistenza legale. Le imprese italiane stanno affrontando questa sfida con determinazione, ma sarà essenziale investire nelle competenze e nel supporto legale, da parte di avvocati specializzati che consentiranno alle aziende la giusta expertise per acquisire gli strumenti per una crescita sicura e sostenibile, conoscere i potenziali rischi e le precauzioni da adottare in un’ottica preventiva”.
Per Riccardo Traina Chiarini, counsel di Trevisan e Cuonzo, “i rischi legati all’implementazione della digitalizzazione possono essere gestiti tramite investimenti in sistemi di IA proprietari, che viaggino sui server aziendali e non sul cloud. Se tutto è internalizzato, sono infatti noti per definizione i soggetti che gestiscono le informazioni. Traina Charini evidenzia inoltre che “internalizzare i processi ha costi superiori rispetto a esternalizzare, sia in termini economici, che di efficienza. Ad esempio, un sistema di IA che viaggia in cloud è più rapido e responsive di uno internalizzato. Tuttavia, non tutte le imprese hanno la possibilità economica e tecnologica di adottare processi interni”.
Trevisan & Cuonzo, fondato nel 1993, è uno dei più noti studi italiani in materia di diritto commerciale e della proprietà intellettuale. Con 11 partner e un team di 40 professionisti è oggi uno dei principali attori tra gli studi legali europei che si occupano di innovazione, assistendo molte tra le società tecnologicamente più avanzate del mondo. La sua clientela spazia in molteplici settori, tra cui elettronica, chimica, automotive, alimentare, agricoltura, energie rinnovabili, industria farmaceutica, information technology e fashion. Lo Studio ha sedi a Milano, Roma, Parma e Bari.