Il tetto al contante è illiberale

Domenico Mamone
25/11/2022
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Il tetto al contante salirà da mille a cinquemila euro dal primo gennaio 2023. È quanto prevede la Manovra, che “recupera” quanto già era previsto nel decreto Aiuti quater, poi sparito.

La Lega aveva proposto di alzare il tetto contante a 10mila euro, poi all’interno della maggioranza si è optato per una soluzione intermedia rispetto all’attuale limite del contante fissato a duemila euro.

Più ricerche hanno dimostrato che il tetto al contante, adottato principalmente per contrastare l’evasione fiscale, è inefficace per tale scopo. Non a caso più volte si è stati costretti a ritornare sui propri passi, anche perché il provvedimento tende a creare molte difficoltà soprattutto alle persone più anziane, abituate a pagare in contanti. Già con il governo Monti venne portato a mille euro, poi risalì nel 2016 a tremila euro, quindi nel 2020 è ridisceso a duemila e infine a mille all’inizio di quest’anno, salvo poi rinviare la decisione a inizio 2023 con un emendamento approvato durante la conversione del decreto Milleproroghe di quest’anno.

Secondo Giorgia Meloni non c’è correlazione tra intensità del limite del contante e diffusione dell’economia sommersa. Anzi, come afferma la Banca centrale europea, il limite all’utilizzo del denaro contante penalizzerebbe proprio i più poveri. Le principali nazioni europee – una decina – non hanno alcun limite, e tra queste ci sono Germania e Austria.

C’è di più. Possedere denaro contante, cioè denaro “concreto”, è una scelta di libertà che permette al possessore di fare ciò che vuole del frutto del proprio lavoro. Viceversa, tutto ciò che è digitalizzato è controllabile, specie dalle banche.

C’è un’antica propensione da parte di molti italiani, specie quelli figli della cultura contadina, di conservare i risparmi in contanti, nascondendoli in casa o in un terreno. Nei casi di terremoti, molte persone hanno chiesto di tornare nelle case anche per recuperare i soldi nascosti.

Un altro motivo è legato alle crisi nazionali sempre più frequenti in molti Stati, con il blocco o la limitazione dei prelievi nelle banche. E non bisogna dimenticare l’attuale situazione dell’Ucraina, dove la mancanza di corrente elettrica ha messo fuori uso i bancomat. 

Domenico Mamone