Sospeso dal Tar il Decreto Tariffe, pubblicato il 26 novembre 2024, che sarebbe dovuto entrare in vigore il 30 dicembre 2024 per aggiornare dopo 28 anni il nomenclatore delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e, dopo 25 anni, quello dell’assistenza protesica. Il Decreto avrebbe segnato una svolta nella sanità italiana anche per le nuove prestazioni sanitarie che sarebbero state a carico del Servizio sanitario nazionale o con il pagamento di un ticket. Tuttavia, la sentenza del Tar del Lazio ha accolto il ricorso delle associazioni di categoria dei laboratori e delle cliniche private accreditate poiché “dopo oltre 20 anni dai precedenti nomenclatori, delineando così l’insussistenza dell’urgenza”, il che ha fatto fissare la trattazione collegiale al 28 gennaio per discutere della situazione ed evitare ulteriore proroghe.
L’assenza di aggiornamenti aveva creato disagi per i cittadini, che continuano a pagare tariffe variabili a seconda della residenza e per prestazioni cruciali come esami, terapie oncologiche e procreazione medicalmente assistita, mantenendo in vigore un tariffario elaborato circa 20 anni fa, mentre la ricerca a la scienza medica hanno continuato la propria evoluzione.
Gli avvocati Giuseppe Barone e Antonella Blasi, del Forum Team-legal Healthcare, che hanno seguito il ricorso al Tar spiegano di essere convinti che il nuovo decreto violi i principi costituzionali di efficienza e buon andamento della pubblica amministrazione, in quanto le tariffe non tengono conto dell’incremento dei costi e delle difficoltà operative causate dalla pandemia e dalla crisi economica.
Ciò che ha causato la mancata approvazione sarebbe anche la mancata garanzia di una rappresentazione adeguata dei costi reali e delle esigenze delle strutture sanitarie accreditate: l’intento del ricorso è evidenziare la mancata considerazione dell’andamento dei costi produttivi aggiornati e le criticità giuridiche e metodologiche del decreto. Poiché inoltre le tariffe approvate determinano poi una riduzione media del 22-27 per cento rispetto ai valori precedenti, c’è il rischio di compromissione per le strutture accreditate, soprattutto quelle private che rischierebbero di cessare l’erogazione di servizi.
Il tutto fa sì che il cittadino debba aspettare fino a nuovo ordine, lasciando dunque pagare gli aspiranti genitori cifre diverse a seconda della Regione per le tecniche di Pma, l’esclusione di oltre 100 nuove patologie nell’elenco delle malattie rare, non saranno inoltre consentiti la diagnosi e il monitoraggio della celiachia, il riconoscimento dell’endometriosi quale malattia invalidante, nuovi screening neonatali, nuovi strumenti diagnostici come l’enteroscopia con microcamera ingeribile ed esami e visite per monitorare disturbi alimentari. Anche i pazienti oncologici soffriranno della situazione: non avranno infatti accesso a nuove metodiche di indagine genetica fondamentali per cure personalizzate e più efficaci, prestazioni innovative come la radioterapia stereotassica, adroterapia e radioterapia con braccio robotico.
FONTI
https://www.laverita.info/sanita-tar-blocca-nuove-tariffe-2670702955.html
https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=126744