Il dibattito sugli Ogm, pro e contro

Nataliya Bolboka
12/12/2022
Tempo di lettura: 3 minuti
Ogm

Gli Ogm costituiscono, probabilmente, uno dei temi più dibattuti in ambito di alimentazione e non solo. Infatti, possono essere utilizzati anche per la produzione di cosmetici, farmaci e sostanze industriali, ma cosa sono gli Ogm?

Con Ogm, si intende un organismo geneticamente modificato, ovvero il cui dna è stato alterato dall’uomo tramite ingegneria genetica, per conferire all’organismo determinate caratteristiche. Solitamente vengono utilizzate per favorire la ricerca scientifica o modificare l’approvvigionamento alimentare.

Le modifiche genetiche più diffuse infatti sono l’aggiunta di geni antibatterici alle coltivazioni, l’introduzione di geni che rendono gli organismi più grandi o resistenti a pesticidi, parassiti o siccità, ma anche la produzione di nuovi alimenti e l’aggiunta di geni animali alle piante o viceversa.

Gli Ogm vengono utilizzati per i mangimi di molti animali da allevamento, ma si trovano comunemente anche nel riso, nel mais, nella soia e nei prodotti caseari.

Questi organismi, e gli alimenti o sostanze in cui vengono utilizzati, sono considerati sicuri e, in ogni caso, prima dell’ingresso sul mercato, vengono sottoposti a numerosi test. Tuttavia, sono in molti a pensare che non facciano bene, o addirittura siano pericolosi.

Il governo e l’industria agroalimentare hanno reso noti diversi benefici degli Ogm. I pro all’utilizzo di questi organismi sono diversi:

  1. Migliore qualità del cibo, del gusto e conservazione più lunga;
  2. Aumento della produttività;
  3. Maggiore resistenza a parassiti, erbicidi (per le piante) e malattie (per gli animali);
  4. Aumento delle sostanze nutritive, per esempio con l’aggiunta di vitamine e minerali;
  5. Introduzione di nuovi prodotti e metodi di coltivazione;
  6. Conservazione delle risorse come terreno, acqua ed energia;
  7. Maggiore capacità di garantire cibo alle popolazioni in crescita.

Allo stesso tempo però l’uso di Ogm porta con sé diverse problematiche, in particolare pone obiezioni etiche e morali, oltre a rischi ambientali e per la salute, quali:

  1. Perdita di biodiversità e introduzione involontaria di erbacce e parassiti più resistenti;
  2. Mancanza di studi a lungo termine e quindi impossibilità di determinare le conseguenze su salute umana e animale nel lungo periodo;
  3. Aumento delle reazioni allergiche in alcuni individui;
  4. Obiezione nell’impianto di geni animali in piante e viceversa, così come nella violazione degli organismi naturali;
  5. Obiezione nel sottoporre gli animali a questo tipo di stress;
  6. Mancanza di trasparenza.

Rispetto all’ultimo punto, infatti, non in tutti i Paesi è obbligatorio inserire l’indicazione sull’etichetta, mentre altre volte organismi non Ogm vengono mischiati con quelli Ogm, come per esempio avviene per il grano.

Proprio per tale motivo sono nate iniziative di etichettatura come No Ogm, che danno ai produttori l’opportunità di distinguersi come aziende. Allo stesso tempo anche etichette come “100% biologico”, “biologico” o “fatto con ingredienti biologici”, costituiscono una garanzia. Infatti, questo tipo di alimenti non possono includere alcun ingrediente geneticamente modificato.
Inoltre, l’Associazione dei Consumatori Biologici ha creato una guida gratuita che offre una lista di aziende verificate senza Ogm e quelle che potenzialmente li utilizzano.
In questo modo, se non altro, le persone possono scegliere consapevolmente cosa acquistare e cosa no.

Nataliya Bolboka