Si svolgerà mercoledì 22 giugno a Roma, presso la Casina Valadier, l’assemblea annuale dei soci dell’Assica, l’Associazione degli industriali delle carni e dei salumi. L’appuntamento verterà sul tema: “Il settore delle carni e dei saluti tra criticità e prospettive. Il ruolo di istituzioni e imprese per un impegno condiviso”. Nel corso della giornata sarà presentato il nuovo programma di sostenibilità.
Interverranno:
Ruggero Lenti, presidente di Assica
Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis
Fabio Del Bravo, direttore Servizi per lo sviluppo rurale di Ismea
Francesco Pizzagalli, presidente Istituto valorizzazione salumi italiani
Marco Frey, presidente Global compact network Italia
Stefano Patuanelli, ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali
Andrea Costa, sottosegretario per la Salute
Gian Marco Centinaio, sottosegretario per le Politiche agricole, alimentari e forestali
Giacomo Vigna, direttore Industrie Made in Italy e politiche per lo sviluppo sostenibile del Mise
Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura della Camera
Gianpaolo Vallardi, presidente della Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare del Senato
Modera: Barbara Capponi. giornalista Rai.
Tra gli ultimi interventi del presidente di Assica, Ruggero Lenti, quello a commento dell’approvazione dell’emendamento che chiarisce l’obbligatorietà di pagare i salumi entro 30 giorni, sancendo ogni altro termine come pratica commerciale sleale.
“Per noi non ci sono mai stati dubbi circa l’obbligatorietà di pagare i salumi a 30 giorni – ha detto Lenti. Infatti, all’indomani dell’approvazione del D.lgs. 198/21 di recepimento della attesa direttiva dell’Unione europea in materia di pratiche sleali, “eravamo e fermamente convinti che le nuove norme e definizioni non potessero sovvertire quello che per oltre 10 anni è stato considerato un comportamento commerciale scorretto.
Tuttavia, con il rinnovo dei contratti di fornitura a inizio anno, ci siamo visti richiedere condizioni di pagamento oltre i consueti 30 giorni. Un comportamento motivato dai nostri clienti come interpretazioni della nuova norma dalla quale, per omogeneità testuale con le norme UE, era sparita la puntuale elencazione di tutti i prodotti considerati deperibili.
Una richiesta che abbiamo sempre prontamente respinto perché a nostro avviso infondata e inaccettabile.
Ringraziamo tutti i parlamentari e il governo che hanno ascoltato le ragioni di tutti e preso quella che per noi era l’unica scelta possibile. Evidentemente non solo per noi – ha concluso Lenti.
Un provvedimento che apporta solo un chiarimento di tipo burocratico, ma che sul piano economico vale molto per le aziende del comparto: se non si fosse ripristinato questo chiarimento, i tempi di pagamento dei salumi avrebbero rischiato di allungarsi a 60 giorni con una maggiore esposizione bancaria per le aziende produttrici tra i 400 e i 500 milioni di euro l’anno e con il rischio di non avere sufficienti affidamenti.