Gen Z e lavoro: niente compromessi

Maria Di Saverio
18/11/2022
Tempo di lettura: 5 minuti

La Gen Z si aspetta un buon equilibrio tra lavoro e vita privata, uffici di prossimità e un lavoro interessante, ma non è disposta a scendere a compromessi sullo stipendio o sui valori aziendali. È quanto emerge da una ricerca condotta tra più di 1.000 professionisti della Gen Z.

Lo studio su abitudini e aspettative professionali dei nati tra il 1997 e il 2012, condotto da Regus, brand parte di IWG – il più grande gruppo mondiale di spazi di lavoro flessibili presente in Italia con i brand Copernico, Spaces, Signature e HQ -, traccia un quadro di ciò che conta per i giovani, utile ai datori di lavoro per capire come attrarre i migliori talenti. 

Flessibilità e vicinanza sono più importanti di un lavoro nella grande città

La generazione Z è stata tra le più colpite dai lockdown e dalle restrizioni sociali e professionali a seguito dell’emergenza Covid-19. Dai numeri emerge chiaramente che non è disposta a tornare ai modelli di lavoro precedenti la pandemia. Sono finiti i tempi in cui i giovani si spostavano nelle grandi città cinque giorni alla settimana. Lo studio ha evidenziato che l’85% della Gen Z desidera un ufficio vicino a casa. L’era del pendolarismo sembra essere definitivamente tramontata.

Più della metà dei giovani (51%) chiede di poter lavorare da casa, mentre solo un quarto (25%) ha ritiene importante poter contare su un grande ufficio in centro città. Più di un terzo (38%) vorrebbe lavorare con orari flessibili e il 43% dichiara che lascerebbe il lavoro se non offrisse un buon equilibrio tra lavoro e vita privata.

Lo stipendio la fa ancora da padrone

La flessibilità è fondamentale per la Gen Z. Tuttavia, per ottenerla non sono disposti a scendere a compromessi con lo stipendio o l’avanzamento di carriera. Lo stipendio si conferma quindi il fattore più importante (73%) per accettare una nuova posizione, seguito dalle opportunità di carriera (54%).

Uno stipendio considerato “insufficiente” è indicato come la ragione principale per lasciare il lavoro (53%), così come la mancanza di crescita professionale (41%).

Valori forti e lavoro interessante fondamentali per fidelizzare la Gen Z

Lo studio ha anche rivelato che i dipendenti più giovani non sono disposti ad accontentarsi di un lavoro noioso solo per ricevere lo stipendio. Il 46%, infatti, ha dichiarato che un lavoro interessante è fondamentale per non cercarne uno nuovo, solo lo stipendio e le opportunità di carriera sono più importanti. La stessa percentuale ha dichiarato che lascerebbe il lavoro se lo ritenesse insoddisfacente.

Considerano importante anche lavorare per un’azienda che enfatizzi valori ed etica. Una leadership e una direzione forte su questi temi da parte dell’azienda è rilevante per il 61% del campione e quasi un terzo (30%) si licenzierebbe se ritenesse i valori del datore di lavoro non in linea con i propri.

Il 55% della Gen Z afferma che il datore di lavoro dovrebbe prendere sul serio responsabilità ambientale e sociale, quasi la metà (48%), infatti, preferisce non lavorare per un’azienda che non li ha definiti in maniera chiara. Il 50% ha dichiarato che lascerebbe il proprio lavoro se il datore facesse marcia indietro sugli obiettivi sociali o ambientali.

La settimana lavorativa di quattro giorni è all’orizzonte. Parola di Gen Z

La vita professionale è destinata a cambiare in modo significativo nei prossimi anni, su questo concorda la Gen Z. In seguito alle notizie di aziende che, in tutta Europa, hanno sperimentato con successo la settimana di quattro giorni, il 55% si aspetta che diventi la norma. Nel frattempo, per più di due terzi (69%) l’intelligenza artificiale e l’automazione diventeranno sempre più comuni negli uffici, anche se solo un terzo (35%) crede avranno un impatto sul proprio lavoro.

Anche andare al lavoro in giacca e cravatta sembra avere i giorni contati. Il 57% afferma che i jeans sono ormai sdoganati. Solo uno su dieci (10 percento) sostiene che sia importante vestirsi come i colleghi e un quarto (25 percento) dice che userebbe l’abbigliamento per fare colpo. Il 55% afferma invece che essere comodi è una priorità, percentuale che sale al 65% tra le donne.

Il lavoro ibrido può offrire il meglio dei due mondi

Con la Gen Z alla ricerca di flessibilità e stipendi competitivi, il lavoro ibrido aiuterà le aziende ad assumere i migliori talenti. Uno studio* di Global Workplace Analytics ha rilevato che l’adozione del lavoro ibrido e l’utilizzo di uffici flessibili possono far risparmiare alle aziende fino a 10.000 euro per dipendente, offrendo contestualmente la flessibilità che i lavoratori desiderano.

La preferenza della generazione Z per gli spazi di lavoro di prossimità si riflette anche nei modelli di crescita degli spazi di lavoro flessibili e degli uffici. Quest’anno IWG – player di riferimento per il settore del flex – ha in programma l’apertura di 1.000 sedi in tutto il mondo, quasi tutte in aree suburbane per soddisfare questa nuova domanda.

Mark Dixon, CEO e fondatore di Regus commenta: “La generazione Z è il nostro futuro e questo studio dimostra come stia già influenzando il mondo del lavoro. Sono finiti i tempi in cui le persone erano disposte a dedicare parte della loro giornata a spostamenti lunghi e dispendiosi. Questo però non significa una generazione che lavora da casa – i dati mostrano chiaramente che la generazione Z apprezza il tempo trascorso in ufficio per imparare e collaborare – ma le aziende dovrebbero ripensare le loro sedi, offrendone di più vicine alle aree di residenza, raggiungibili senza lunghi spostamenti così da riuscire ad attrarre i talenti migliori. La pandemia ha già accelerato le tendenze del lavoro ibrido e, con il prossimo round di top manager che emergerà dalla generazione Gen Z, questa tendenza è destinata a rimanere”.

Maria Di Saverio