L’Ue ha richiesto a X e Meta di fare chiarezza sulla disinformazione che circola sul conflitto in Israele e le prossime elezioni nell’Unione europea.
Il commissario per il mercato unico Thierry Breton, infatti, ha inviato un ultimatum di 24 ore a Elon Musk e Mark Zuckerberg per chiarire le loro posizioni. In caso di non conformità alla normativa dell’Unione, le piattaforme incorreranno in sanzioni.
Su X si è creato un vero e proprio “botta e risposta” tra il commissario Breton, che ha pubblicato la lettera inviata a Musk, e la piattaforma. “Caro signor Musk, in seguito agli attacchi terroristici compiuti da Hamas contro Israele, abbiamo avuto indicazioni che la vostra piattaforma viene utilizzata per diffondere contenuti illegali e disinformazione nell’Ue”, si legge nella lettera.
Per tutta risposta Musk ha dichiarato che la politica di X “è che tutto sia open source e trasparente, un approccio che so l’Ue sostiene. Vi preghiamo di elencare le violazioni su X, cui si allude, in modo che il pubblico possa vederle”.
Dichiarazioni cui Breton ha prontamente risposto, scrivendo: “Siete ben consapevoli delle segnalazioni dei vostri utenti e delle autorità sui contenuti falsi e sull’esaltazione della violenza. Sta a voi dimostrare che mantenete la parola. Il mio team rimane a disposizione per garantire la conformità al Dsa (Digital service act, ndr), che l’Ue continuerà a far rispettare rigorosamente”.
Diversi utenti, tra cui la Nbc News e Wired, hanno segnalato la circolazione di notizie false sulla guerra in Israele, come quella secondo cui Biden approverebbe una sovvenzione militare ad Israele, o addirittura video tratti da videogiochi spacciati per filmati di guerra. Questo tipo di notizie vengono diffuse anche dai cosiddetti “account verificati” e l’introduzione della famosa “spunta blu” a pagamento non fa altro che peggiorare la questione.
Lo scorso mese l’Ue ha pubblicato un rapporto in cui definiva X “la piattaforma con la maggiore disinformazione”. Lo stesso Elon Musk ha consigliato in un post, rimosso poco dopo, due account famosi per la diffusione di fake news.
Meta, invece, si è mostrata più collaborativa. Un portavoce ha dichiarato: “Dopo gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele abbiamo rapidamente istituito un centro operativo dedicato composto da esperti, che include persone che parlano la lingua ebraica e la lingua araba, per monitorare attentamente e in tempo reale questa situazione in rapida evoluzione. I nostri team stanno lavorando senza sosta per mantenere le nostre piattaforme sicure, intervenire sui contenuti che violano le nostre policy o le leggi locali e coordinarsi con fact-checker di terze parti nella regione del conflitto per limitare la diffusione di disinformazione. Porteremo avanti questo lavoro nel corso del conflitto”, riporta l’Ansa.