Eventi atmosferici ed aumento dei costi preoccupano gli agricoltori

Vanessa Pompili
27/12/2022
Tempo di lettura: 4 minuti
Agri

Sono quasi 300 le aziende agricole protagoniste dell’indagine condotta da Nomisma tra ottobre e novembre 2022 con l’obiettivo di indagare la percezione del rischio in agricoltura, i fabbisogni odierni e in prospettiva futura in termini di coperture assicurative, nonché investigare le criticità percepite come più impattanti sull’operatività dell’azienda, esaminando le strategie adattive maggiormente adottate e la percezione futura.

Sono i risultati della survey sulle aziende agricole realizzata nell’ambito delle iniziative di Rivoluzione
Bio
– l’evento protagonista di Sana organizzato da BolognaFiere e promosso nell’ambito del progetto Being
Organic in Eu – realizzato da FederBio in collaborazione con Naturland De e cofinanziato dall’Ue – che vede
anche la partecipazione di Assobio, Ice Agenzia e una collaborazione ormai consolidata con Ismea.

Il rischio in agricoltura – Le aziende agricole vivono quotidianamente dei rischi che mettono in pericolo la propria operatività. Al primo posto tra quelli maggiormente percepiti troviamo gli eventi atmosferici, indicati da oltre sette aziende su dieci: pioggia, grandine e vento intimoriscono la maggioranza delle aziende agricole nella loro gestione quotidiana. Eventi atmosferici seguiti dagli infortuni dell’imprenditore e dei dipendenti e dai rischi connessi al mancato reddito che preoccupano rispettivamente il 45 per cento e il 44 per cento delle aziende.

La scelta di affidarsi a coperture assicurative per potersi proteggere da questi rischi risulta essere molto condivisa: l’83 per cento delle aziende intervistate ha dichiarato di aver sottoscritto almeno una polizza negli ultimi due-tre anni, percentuale che sale al 91 per cento tra le aziende con un fatturato superiore ai 250 mila euro.

La garanzia maggiormente sottoscritta negli ultimi anni riguarda l’incendio a fabbricato e contenuto (sottoscritta dal 67 per cento delle aziende), seguita dai danni a fabbricati e macchinari e dagli eventi atmosferici, stipulate entrambe da oltre la metà delle aziende.

Complessivamente, rispetto all’attuale offerta di polizze assicurative, la maggioranza delle aziende si ritiene
soddisfatta/molto soddisfatta (55 per cento), soddisfazione che risulta più diffusa tra le aziende con un fatturato oltre i 250 mila euro (63 per cento), ma più bassa tra le aziende del mondo bio (48 per cento).

La necessità di proteggersi da eventuali rischi non cesserà nei prossimi anni, quando infatti si indaga sulla probabilità in chiave prospettica che le aziende stipulino una nuova polizza assicurativa entro i prossimi 2-3 anni i promotori risultano essere la quota maggioritaria, anche nel campione di aziende bio: il 44 per cento delle aziende, infatti, indica un’alta probabilità di nuove sottoscrizioni nei prossimi anni, rispetto al 38 per cento che invece indica basse probabilità.

In generale, tra i servizi più desiderati, troviamo al primo posto la sostituzione di macchinari, indicata da 2 aziende su 5, seguita dal servizio di tutela legale (37 per cento) e dal pronto intervento post sinistro (30 per cento). Supporto alla sostituzione dei macchinari di grande importanza anche per le aziende del mondo biologico: il 44 per cento lo indica infatti come servizio di interesse e il 36 per cento segnala lo stesso per il trattore sostitutivo.

Le criticità in agricoltura – Gli estremi eventi atmosferici che hanno caratterizzato gli ultimi mesi del panorama italiano, insieme alle
conseguenze dovute allo scoppio del conflitto russo-ucraino, hanno generato forti preoccupazioni tra le aziende. In questa prospettiva l’indagine ha mappato le principali criticità che le aziende del mondo agricolo sentono maggiormente e quelle che temono dovranno affrontare anche in futuro.
La prima preoccupazione riguarda l’aumento dei costi dei materiali e delle materie prime che oggi spaventa
rispettivamente il 77 per cento e il 73 per cento delle aziende e che nei prossimi mesi continueranno a rappresentare la principale preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda i costi in bolletta.

Se oggi a preoccupare quasi un’azienda su due è anche la contrazione della produzione dovuta alla siccità, alle gelate e alle avversità nei prossimi mesi questa preoccupazione sembrerà perdere campo, mentre saranno sempre di più le aziende intimorite in tema di incassi e pagamenti e di reperimento di materiali e prodotti utili all’operatività dell’azienda.

Le aziende si stanno già rimboccando le maniche per cercare di rispondere alla crisi: quattro aziende del mondo agricolo su cinque, per rispondere all’aumento dei costi, stanno già adeguando – per quanto possibile – il prezzo di vendita dei propri prodotti, con questa quota che sale all’86 per cento tra le aziende del mondo bio. Il 46 per cento delle aziende, infatti, teme con un’alta probabilità, un peggioramento della propria solidità economica.

Vanessa Pompili