
In Italia crescono gli investimenti per l’efficientamento energetico, ma resta ancora tanta strada da fare per raggiungere gli obiettivi del 2030. È quanto emerge dall’Energy Efficiency Report 2023, redatto dell’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano e anticipato dal Sole 24 Ore.
Secondo i dati del report, infatti, nel 2022 si è registrato un incremento degli investimenti in efficienza energetica sia in campo industriale che civile. In particolare nel primo sono stati investiti 2,19 miliardi di euro, con una crescita pari al 13,8 per cento rispetto al 2021. Aumento ancora più alto per il comparto civile, che con i suoi 10,60 miliardi di euro ha raggiunto un più 19,1 per cento rispetto all’anno precedente.
Investimenti che, per quanto ingenti, sembrano però non bastare. Come evidenziato dal rapporto, se si considera l’attuale livello di efficientamento, l’Italia è settima in Europa tra i 27 Stati membri, ma se viene preso in esame anche il ritmo di miglioramento, il nostro paese scende a metà classifica, in 14esima posizione. l tempi, invece, si fanno sempre più brevi e la data di scadenza fissata dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) per la riduzione dei consumi entro il 2030 non è poi così lontana.
Inoltre, come ha spiegato Federico Boga, consultant e parte del team Energy&Strategy, e riportato dal Sole 24 Ore, “non si può affermare con certezza che l’efficienza energetica dell’Italia sia migliorata nel 2022 per tre ragioni. Perché i dati ufficiali Eurostat sull’Energy Intensity Index (l’indicatore che misura il livello di efficientamento di un Paese, con il rapporto tra consumi energetici e Pil), sono aggiornati al 2021, e perché negli ultimi anni si è riscontrato un andamento costante (intorno a 0,01), per cui non si può escludere che possa essere rimasto tale anche nel 2022”.
Infine, “imprese e famiglie sono molto attratte dal fotovoltaico, ma non è detto che un aumento del volume degli investimenti e delle installazioni in rinnovabili si traduca in un miglioramento dell’efficienza energetica”. Il rapporto dell’Energy&Strategy, infatti, parla del cosiddetto “paradosso Jevons”, per cui i miglioramenti tecnologici per aumentare l’efficienza di una risorsa possono produrre l’effetto contrario se non vengono adeguatamente gestiti.
A queste si aggiungono ulteriori difficoltà tipiche del nostro Paese, come un parco edilizio molto vecchio quando non di importanza storica, e una maggiore ritrosia della Pmi. D’altronde, come ha sottolineato Boga, “l’accelerazione italiana in termini di efficienza energetica passa dalla razionalizzazione dei sistemi incentivanti”, per cui “serve rendere queste soluzioni più comprensibili e economicamente convenienti”.