È crisi alimentare

Domenico Mamone
24/05/2022
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Tra le conseguenze che l’assurdo conflitto nel cuore dell’Europa sta generando in tutto il mondo, una delle più problematiche è la crisi alimentare. La distruzione di campi coltivati, l’impossibilità della raccolta in molte zone dell’Ucraina (almeno 20 per cento di produzione in meno) e soprattutto il blocco dei porti (ad iniziare da quello di Odessa e degli altri nel Mar Nero) determinano la carenza di grano in molte aree del mondo, considerando che l’Ucraina è tra i primi produttori mondiali (esattamente al quinto posto con 17 milioni di tonnellate), proprio insieme alla Russia (primo paese esportatore con 39 milioni di tonnellate). Occorre tenere presente che i cereali, grano compreso, costituiscono la base dell’alimentazione della maggior parte delle popolazioni, elemento di base per la produzione di pane, pasta e altri alimenti che possono essere conservati a lungo.

L’Ucraina è inoltre il primo produttore di semi di girasole, con la Russia al secondo posto: i due Paesi generano quasi il 12 per cento del mercato mondiale dell’olio vegetale.

Se già prima della guerra si stimavano circa duecento milioni di persone nel pianeta sofferenti per la mancanza di cibo, oggi il rischio concreto riguarda l’ulteriore peggioramento della situazione e la carenza alimentare potrebbe presto interessare altre centinaia di milioni di persone nel mondo. A concorrere al dramma ci sono anche i cambiamenti climatici, con le ondate di calore e la siccità – specie in India e Pakistan – che stanno generando ripercussioni in tutto il sistema alimentare. Anche negli Usa, a causa dei cambiamenti climatici, si stima un 20 per cento di grano in meno. E la situazione non va meglio in Cina, a causa delle alluvioni.

In questo contesto drammatico non vanno dimenticate le speculazioni: le conseguenze potrebbe portare alla destabilizzazione di molti territori soprattutto nel Terzo mondo, con l’esito finale di ulteriori migrazioni di massa.

Il settimanale Economist ha dedicato l’ultimo numero proprio a questo tema, con una copertina-choc che mostra spighe di grano costituite da una miriade di piccoli teschi.

Tra i problemi evidenziati, anche il rilevante aumento di prezzo dei fertilizzanti e dei pesticidi a causa del grande consumo di energia, il cui costo è aumentato sensibilmente.

Insomma, ancora tempeste economiche all’orizzonte.

Domenico Mamone