Disastri ambientali, diminuiscono le vittime ma aumentano le perdite economiche

Vanessa Pompili
23/05/2023
Tempo di lettura: 6 minuti
Disastro Naturale

I disastri ambientali, sempre più frequenti e violenti, pesano negativamente non solo in termini di vite umane ma hanno anche un ingente onere economico. Devastanti i danni alle case, alle infrastrutture, ai campi coltivati e alle aziende.

Solo tra il 1970 e il 2021 si sono verificati ben 11.778 disastri causati da eventi estremi legati a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche. Registrati più di 2 milioni di morti e 4,3 trilioni di dollari di perdite economiche. Sono i dati diffusi ieri, lunedì 22 maggio, dall’Organizzazione metereologica mondiale (WMO), in occasione della celebrazione della Giornata mondiale della biodiversità.

Le perdite economiche sono aumentate vertiginosamente. Ma il miglioramento degli allarmi precoci e la gestione coordinata dei disastri hanno ridotto drasticamente il bilancio delle vittime umane nell’ultimo mezzo secolo. Oltre il 90 per cento dei decessi segnalati in tutto il mondo si sono verificati nei paesi in via di sviluppo.

I sistemi di allerta precoce sono una misura di prevenzione al clima efficace e fattibile, che salva vite umane e fornisce un ritorno sull’investimento almeno dieci volte superiore. Eppure, il recente rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni unite per la riduzione del rischio di catastrofi (UNDRR) e del WMO “Global Status of Early Warning Systems: Target G”, ha evidenziato che solo la metà dei Paesi dispone di sistemi di allerta precoce, con una copertura particolarmente bassa nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo, nei Paesi meno sviluppati e in Africa.

Gli Stati Uniti da soli hanno sostenuto una spesa pari a 1,7 trilioni di dollari, che rappresenta il 39 per cento delle perdite economiche mondiali negli ultimi 51 anni. Ma le aree meno sviluppate e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo, hanno subito un costo sproporzionatamente elevato rispetto alle dimensioni delle loro economie.

“Le comunità più vulnerabili purtroppo sopportano il peso maggiore dei rischi meteorologici, climatici e legati all’acqua – ha affermato il segretario generale dell’WMO Petteri Taalas. “La tempesta ciclonica estremamente violenta Mocha ne è un esempio. Ha causato vaste devastazioni in Myanmar e Bangladesh, colpendo i più poveri tra i poveri. In passato, sia il Myanmar che il Bangladesh hanno subito decine e persino centinaia di migliaia di vittime. Grazie agli allarmi precoci e alla gestione dei disastri, questi tassi di mortalità catastrofici sono ora per fortuna storia passata. Gli allarmi precoci salvano vite”.

Secondo i dati del report, i decessi registrati per il 2020 e il 2021 (22.608 decessi in totale) indicano un’ulteriore diminuzione della mortalità rispetto alla media annuale del decennio precedente. Sono invece aumentate le perdite economiche, la maggior parte delle quali attribuite alla categoria metereologica delle tempeste.

Si riportano alcuni risultati presenti nel rapporto:

  • oltre il 60 per cento delle perdite economiche dovute a disastri meteorologici, climatici e legati all’acqua sono state segnalate per le economie sviluppate. Tuttavia, le perdite economiche erano equivalenti a meno dello 0,1 per cento del prodotto interno lordo (Pil) nelle rispettive economie in più di quattro quinti di questi disastri. Non sono stati segnalati disastri con perdite economiche superiori al 3,5 per cento dei rispettivi Pil;
  • nei Paesi meno sviluppati, il 7 per cento dei disastri per i quali sono state segnalate perdite economiche ha avuto un impatto equivalente a più del 5 per cento dei rispettivi Pil, con diversi disastri che hanno causato perdite economiche fino a quasi il 30 per cento;
  • nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo, il 20 per cento dei disastri con perdite economiche dichiarate ha avuto un impatto equivalente a più del 5 per cento dei rispettivi Pil, con alcuni disastri che hanno causato perdite economiche superiori al 100 per cento.

Seguendo una ripartizione territoriale per macro-aree, emerge che nell’arco di 50 anni:

  • in Africa, tra il 1970 e il 2021 sono stati segnalati 1.839 disastri attribuiti a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche estreme. Hanno causato 733.585 morti e 43 miliardi di dollari di perdite economiche. La siccità ha rappresentato il 95 per cento dei decessi segnalati. Il ciclone tropicale Idai nel marzo 2019 è stato l’evento più costoso che si è verificato in Africa (2,1 miliardi di dollari);
  • in Asia sono stati segnalati 3.612 disastri attribuiti a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche estreme, con 984.263 morti e 1,4 trilioni di dollari di perdite economiche. Tra il 1970 e il 2021, l’Asia ha rappresentato il 47 per cento di tutti i decessi segnalati in tutto il mondo, con i cicloni tropicali che sono la principale causa di decessi segnalati. Il ciclone tropicale Nargis nel 2008 ha provocato 138.366 morti. Il Bangladesh ha il bilancio delle vittime più alto in Asia con 520 758 morti a causa di 281 eventi;
  • in Sud America sono stati segnalati 943 disastri attribuiti a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche estreme, con inondazioni che rappresentano il 61 per cento di questi. Hanno provocato 58.484 morti e 115,2 miliardi di dollari di perdite economiche;
  • in Nord America, America centrale e Caraibi sono 2.107 casi segnalati legati a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche hanno provocato 77.454 morti e perdite economiche per 2.0 trilioni di dollari. Tra il 1970 e il 2021, la regione ha rappresentato il 46 per cento delle perdite economiche segnalate in tutto il mondo. Gli Stati Uniti da soli hanno subito 1,7 trilioni di dollari, pari al 39 per cento delle perdite mondiali negli ultimi 51 anni. La maggior parte delle perdite economiche segnalate sono state attribuite a disastri legati alle tempeste e, più specificamente, ai cicloni tropicali.
  • nel Pacifico sud-occidentale sono stati segnalati 1.493 disastri dovuti a condizioni meteorologiche, climatiche e condizioni idriche estreme. Hanno provocato 66.951 morti e 185,8 miliardi di dollari di perdite economiche. I cicloni tropicali sono stati la principale causa di morte;
  • in Europa ci sono stati 1.784 disastri che hanno causato 166.492 morti e 562 miliardi di dollari di perdite economiche. Tra il 1970 e il 2021, l’Europa ha rappresentato l’8 per cento dei decessi segnalati in tutto il mondo.

Le temperature estreme sono state la principale causa di decessi segnalati e le inondazioni sono state la principale causa di perdite economiche.

Vanessa Pompili