Decreto flussi, si ipotizzano nuovi ingressi

Nataliya Bolboka
30/03/2023
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Flussi

Il 27 marzo è stato il click day per il decreto flussi, che ha aperto così la procedura di domanda per l’ingresso di lavoratori extracomunitari.

In base a quanto previsto dal dpcm sono oltre 82mila, per l’esattezza 82.705, i lavoratori autorizzati che comprendono ingressi dell’estero e conversioni di permessi di soggiorno. Tuttavia in poche ore sono state presentate 240mila domande. Quasi il triplo del limite massimo.

Le parti sociali hanno chiesto quindi un nuovo decreto flussi che possa far fronte alle numerose domande. D’altronde le associazioni di categoria avevano già fatto presente come la quota stabilita fosse insufficiente a coprire il fabbisogno dell’economia italiana, che aumenta sempre di più. In base alla loro analisi, presentata lo scorso giugno durante il tavolo del ministero del Lavoro, dovevano essere circa 205mila le richieste, ma sono state ampiamente superate.

La metà degli accessi sono destinati ad agricoltura e turismo, tuttavia i numeri sono insufficienti. In base a quanto riportato dall’Ansa, il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, ha parlato di almeno 100mila lavoratori da destinare alle campagne per far fronte alla mancanza di manodopera, sottolineando la necessità di “un decreto flussi aggiuntivo, previsto peraltro dalla legge”.
Il settore agricolo non è l’unico in sofferenza. Secondo le stime di Assindatcolf, ogni anno c’è bisogno di 23mila nuovi lavoratori, ma il decreto flussi non comprende colf e badanti.

Intanto il ministero del Lavoro ha rilasciato un comunicato per avviare un tavolo di confronto con le parti sociali in modo da individuare il numero massimo di ingressi accettabili per il triennio 2023/2025. Il cosiddetto decreto Cutro, infatti, ha introdotto anche una nuova procedura per definire le quote, calcolate non più anno per anno, ma su un periodo triennale.

Le principali associazioni di categoria datoriale e di lavoratori si sono impegnate a condividere entro il prossimo 5 aprile delle previsioni il più precise possibile. Nel frattempo, però, hanno chiesto un’ulteriore semplificazione delle procedure in modo da rispondere in maniera più efficace alle esigenze del mercato del lavoro.

Le principali ipotesi in tal senso sono due: da una parte ridurre i tempi tra l’invio della domanda e l’arrivo dei lavoratori in Italia, dall’altra introdurre un meccanismo che permetta di assumere anche stranieri irregolari già presenti nel paese.

Nataliya Bolboka