Crisi finanziaria, in Europa cade la Credit Suisse

Nataliya Bolboka
16/03/2023
Tempo di lettura: 2 minuti
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Dopo la Silicon Valley Bank la crisi del sistema bancario arriva in Europa con la Credit Suisse, le cui azioni hanno perso più del 24 per cento.

La Credit Suisse è la seconda banca elvetica. Nel 2007 era all’ottavo posto tra le banche più quotate al mondo per capitalizzazione, per poi scendere alla 150esima posizione con circa 7,15 miliardi di euro. La sua maggior azionista è la Saudi National Bank, che alla fine dello scorso ha acquistato una partecipazione del 9,88 per cento dell’istituto.

Dopo che la Saudi National Bank ha respinto nuovi sostegni finanziari, la Credit Suisse si è rivolta alla banca centrale. Nella serata di ieri la Swiss National Bank e l’autorità di regolamentazione Finma hanno dramato una nota congiunta in cui la Bns si impegna a fornire liquidità alla Credit Suisse in caso di necessità.
“I problemi di alcune banche negli Stati Uniti non rappresentano un rischio diretto di contagio per i mercati finanziari svizzeri. I severi requisiti patrimoniali e di liquidità applicabili alle istituzioni finanziarie svizzere ne garantiscono la stabilità. Il Credit Suisse soddisfa i requisiti patrimoniali e di liquidità imposti alle banche di rilevanza sistemica. Se necessario, la Banca Nazionale Svizzera fornirà al Credit Suisse liquidità”, riporta il Corriere.

Nonostante la preoccupazione per il sistema bancario, per il momento un nuovo 2008 non sembra alle porte. Sia nel caso californiano che in quello svizzero, la caduta degli istituti è dovuta a cause precise e ben identificabili. La strategia della Silicon Valley Bank non poteva resistere nel contesto odierno, soprattutto in un settore che ad oggi sta riscontrando non poche difficoltà. La Credit Suisse, dal canto suo, è stata spesso al centro di scandali, crisi e gestioni dalla dubbia efficacia.

Ciò che però è assolutamente da evitare è il panico generale e il ritiro avventato di depositi e investimenti che, la storia è maestra, provocherebbe solo il tracollo finanziario.

Nataliya Bolboka