Corruzione: per il Viminale il Molise pecora nera, poi Calabria e Basilicata

Giampiero Castellotti
04/01/2023
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Altro che “isola felice”. È il Molise la regione con il maggiore tasso di reati corruttivi. A seguire Calabria e Basilicata. Le tre regioni distaccano le altre: Lazio, Campania, Umbria, Sicilia e Puglia sono quasi doppiate dalle prime tre. Marche, Veneto e Trentino-Alto Adige le più virtuose.

È quanto emerge dal report del Viminale, a cura del Servizio analisi criminale, relativo al 2022. Il ministero dell’Interno ha redatto una serie di tabelle con riferimento ad una pluralità di reati che vengono considerati come espressione di atti corruttivi o, comunque, rientranti nel concetto della corruzione.

Il dossier del ministero dell’Interno prende in considerazione dodici fattispecie di reato che ruotano intorno a quattro aree principali: corruzione, abuso d’ufficio, peculato e concussione. I dati fuoriescono dagli archivi elettronici della Polizia di Stato e sono stati posti in correlazione con altre banche dati.

L’analisi prende in considerazione il periodo dal 2004 al 2021. La media nazionale di reati corruttivi commessi ogni 100mila abitanti è pari a 10,03. Il Molise è a quota 25,02, la Calabria segue a 23,32, la Basilicata è a 22,64. Le altre regioni sono indietro, vicine alla media nazionale: Lazio a 15,12, Campania a 14,31, Umbria a 13,90, Sicilia a 13,22, Puglia a 12,66, Abruzzo a 11,55. Sotto la media nazionale troviamo Valle d’Aosta (9,36), Toscana (8,67), Emilia-Romagna (7,06) e le altre. Le Marche, con 5,25, sono le più virtuose, quasi un quinto della percentuale del Molise.

Nelle classifiche specifiche, che concorrono al totale, per i singoli reati corruttivi domina ancora il Molise, ma davanti all’Umbria e alla Calabria, mentre il Veneto è l’isola felice. Per quanto riguarda il peculato (articoli 314, 316 del codice penale), ancora il Molise in testa, seguito da Toscana, Sicilia, Lazio e Calabria. Per l’abuso di ufficio (articolo 323 del codice penale) in testa c’è la Basilicata, con dietro la Calabria.

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Giampiero Castellotti