Con l’intelligenza artificiale un nuovo rinascimento?

Giampiero Castellotti
27/11/2024
Tempo di lettura: 8 minuti
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Le imprese italiane di fronte alla sfida dell’intelligenza artificiale. Un passaggio epocale in cui occorrerà adattare al meglio la nuova tecnologia ai diversi settori per utilizzarne appieno i benefici ma senza dimenticare, attraverso un dialogo tra diverse competenze, le ricadute in termini etici e sociali.

Questo il tema centrale dell’evento “Intelligenza artificiale: il nuovo Rinascimento” realizzato dal Sole 24 Ore e Radio24, in collaborazione con l’associazione IMQ e il Gruppo IMQ, specialisti della certificazione, svoltosi presso la Casina Valadier a Roma.

L’incontro ha messo in luce il ruolo strategico dell’intelligenza artificiale nel guidare le trasformazioni economiche e sociali, con un’attenzione particolare a fiducia, regolamentazione e formazione interdisciplinare.

Nel suo intervento di apertura, Federico Silvestri, direttore generale Media & Business Gruppo 24 Ore e amministratore delegato di 24 Ore Eventi ha esordito ricordando il difficile scenario internazionale attuale, pieno di incognite, tra eventi bellici, guerre di tassi e di dazi, crisi di alcune nazioni in particolare, Francia e Germania in testa. Entrando nello specifico, ha evidenzia come, guardando i numeri, “soltanto una percentuale residuale delle nostre imprese adotta l’intelligenza artificiale in maniera rilevante”. Ha aggiunto: “Siamo ancora in una fase esplorativa. La sfida è quella di trovare per ciascun settore economico la strada più efficace per utilizzare gli strumenti più adatti d’intelligenza artificiale. Dobbiamo capire quali sono gli ambiti di applicazione perché questo aprirà nuovi scenari e nuove sfide di competitività. Si può essere travolti oppure si può utilizzare questa opportunità in un mondo che cambia molto rapidamente. Si apriranno nuove professioni, altre scompariranno ma questo deve essere visto in chiave di opportunità e quindi la formazione sarà un fattore chiave. Dobbiamo guardare a quello che possiamo fare in concreto per utilizzare quello che può essere un vero e proprio nuovo rinascimento”.

In chiusura ha accennato alle professioni: “Le imprese debbono accompagnare il processo di trasformazione del lavoro” il suo monito.

Benanti

Nel primo panel dedicato al tema “Intelligenza artificiale al servizio dell’uomo”, Padre Paolo Benanti, presidente del Comitato per l’intelligenza artificiale presso il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha spiegato che l’intelligenza artificiale “è una bella etichetta che copre una galassia”, evidenziando che la tecnologia costituirà anche una risposta obbligata al crollo demografico per aumentare la produttività.

“Non c’è da aver paura, non bisogna avere eccessiva ingenuità, e avere la capacità di interrogare questa trasformazione, perché il cambio di potere non generi squilibri di mercato, sociali e politici – ha detto Benanti. “Ogni innovazione tecnologia viene presentata come qualcosa che risolverà i problemi di tutti”, ma “la funzione di redistribuzione del valore rispetto alla produttività avviene solo se c’è un’intermediazione di altre componenti”, come dimostrano le battaglie sindacali del passato che hanno mitigato le diseguaglianze apportate dalle nuove tecnologie.

Anche per l’intelligenza artificiale – ha aggiunto Benanti – va guardato il contesto sociale nel quale si applica per capirne gli effetti. In un Paese con un crollo demografico verticale, ci sono le possibili scelte che possiamo fare: più figli, più immigranti, lavorare di più, oppure usare l’intelligenza artificiale”.

L’esperto ha quindi affermato che “abbiamo bisogno di spazi nei quali diverse competenze, diversi attori e diverse prospettive si confrontino per fare emergere una visione quanto più possibile condivisa. Grazie a questo processo c’è distanza tra innovazione e sviluppo. L’innovazione è qualcosa di tecnico ma è profondamente ambigua. La bomba atomica, ad esempio, era profondamente innovativa ma i suoi effetti li conosciamo. Lo sviluppo invece ha bisogno di alcune caratteristiche, ad esempio l’innovazione diventa sviluppo se prende in considerazione le generazioni o se prende in considerazione le peculiarità del territorio o le differenze. Il dibattito tra innovazione e sviluppo in relazione all’intelligenza artificiale è la parte da costruire ed è un percorso molto importante in questo momento”.

Infine ha ricordato il ruolo “oracolare” legato allo sviluppo: “Se dico che questa sedia è piena di atomi, voi mi date ragione, ma non avete mai visto un atomo in vita vostra”.

A seguire il tema “Abilitare la fiducia dell’intelligenza artificiale: il ruolo della regolamentazione e della validazione” è stato discusso da Andrea Billet, ammiraglio e Capo del Servizio Certificazione e Vigilanza dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, e Fulvio Giorgi, amministratore delegato di IMQ.

Per Billet, un aspetto centrale è l’equilibrio: “Secondo il rapporto Draghi l’eccesso di regolazione frena, ma un sistema senza regole premia oligopoli e monopoli – ha detto l’ammiraglio. “Questo è l’esercizio difficile che ci aspetta nel prossimo futuro. Noi stiamo cercando di definire un paio di casi di studio e entrare nel merito – ha aggiunto, ricordando che il ddl in itinere, se non viene modificato, affiderà all’Acn il ruolo di autorità di vigilanza. “La regolazione non è neutra, e non è sport solitario, se non si raggiunge la convergenza con altri Paesi su regole comuni non se ne viene a capo – ha aggiunto.

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha discusso di “Intelligenza artificiale e giustizia: potenzialità e sfide”, mentre Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, ha tenuto un approfondimento rispetto al settore sanitario, intitolato “Le regole dell’intelligenza artificiale applicata alla sanità”.

Secondo il ministro “l’intelligenza artificiale deve essere controllabile perché è una creazione umana e deve essere controllata ex post. Noi dobbiamo lavorare per trasformare quello che è un rischio ed un pericolo in una grande opportunità. L’intelligenza artificiale può essere un supporto sotto vari aspetti. Quello più elementare è nel supporto alla giurisprudenza. Il giudice non è obbligato ad adeguarsi ai giudizi delle corti superiori, ma il giudizio della Cassazione a sezioni uniti ha un grandissimo peso e l’intelligenza artificiale è in grado di raccogliere ed elaborare i dati. In teoria l’intelligenza artificiale può fare la sentenza, ma essendo un prodotto umano va sempre controllata dal giudice. Nel giudizio penale conta molto la ricostruzione del fatto e la ricostruzione psicologica del fatto e qui l’intelligenza artificiale non arriverà mai. L’aspetto meccanico della giustizia, quello puramente formale sarà molto facilitato. Abbiamo già cominciato la digitalizzazione del processo civile e per quello penale siamo a buon punto. Le risorse sono quelle che sono. Abbiamo già avuto una forte riduzione dei tempi delle cause civili e penali, circa di un quarto. Speriamo di azzerarlo con l’adozione dell’intelligenza artificiale. In Italia c’è sempre un po’ la paura del nuovo. Le resistenze sono essenzialmente sono sui cambi di procedure e sulla sburocratizzazione. Non possiamo permetterci più il mantra ‘Si è sempre fatto così’. Entro il 2026 avremo l’organico dei magistrati a pieno regime, per la prima volta nella storia della Repubblica e anche questo sarà una forte accelerazione della giustizia”.

Secondo Maria Rosaria Campitiello “internet ha un po’ sdoganato il rapporto medico paziente. Il ministero della Salute e il ministro Schillaci stanno cercando di trasformare il modello di sanità pubblica da standardizzato in personalizzato e quindi noi professionisti dell’ambito sanitario dovremmo utilizzare in modo adeguato l’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale potrebbe, per esempio, predire la diffusione di eventuali pandemie. La sorveglianza sanitaria è basata proprio sull’intelligenza artificiale e la nuova piattaforma, chiamata REspivirnet e istituita presso l’Istituto superiore di sanità, in maniera tecnologica percepisce la diffusione dei virus influenzali e parainfluenzali. Se l’avessimo avuta prima della pandemia sarebbe stata molto utile per limitarne l’impatto. L’intuito clinico del medico non è una qualità che l’intelligenza artificiale possiede. La grande forza dell’intelligenza artificiale è, infatti, l’analisi e la gestione dei big data. Se parte il fascicolo sanitario noi tutti saremo molto avvantaggiati anche grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Bisogna fare attenzione all’aspetto etico perché deve esserci perfetta consapevolezza del ruolo del medico e delle sue potenzialità che deve sovrintendere all’utilizzo degli strumenti tecnologici. Sorveglianza, analisi dei dati, interconnessione sono aspetti nei quali l’intelligenza artificiale può essere molto utile ma sotto la guida della meravigliosa capacità del cervello umano che resta in sempre governate dalla capacità del cervello umano che deve saper utilizzare gli strumenti che ha a disposizione”.

Luigi Capello, amministratore delegato di Zest, ha approfondito la necessità di investimenti mirati per accelerare lo sviluppo digitale del Paese, mentre al panel “Intelligenza artificiale, formazione e internazionalizzazione: approccio interdisciplinare per formare l’Italia di domani”, hanno partecipato Elena Beccalli, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Tiziana Catarci, presidente di Sipeia, Società italiana per l’etica dell’intelligenza artificiale, già direttrice del Dipartimento Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale Antonio Ruberti (Diag), Università La Sapienza Roma, e Matteo Zoppas, presidente dell’Agenzia Ice.

Un focus su robotica e macchine intelligenti è stato condotto da Arash Ajoudani, responsabile dell’Unità di ricerca “Human-Robot Interfaces and Interaction” presso l’Istituto Italiano di Tecnologia mentre Francesco Sciaudone, managing partner di Grimaldi Alliance, ha parlato degli obblighi per le aziende nell’adottare soluzioni basate sull’intelligenza artificiale.

L’ultimo panel, “Intelligenza artificiale nell’impresa: casi concreti” ha visto il confronto tra Antonio Casu, Ceo di Italdesign, Stefano Ciurli, head of Global Services di Enel, Danilo Gismondi, direttore IT & Digital Transformation di Autostrade per l’Italia, Salvatore Scervo, senior vice president Leonardo Innovation Labs & Intellectual Property, e Marco Taisch, professore ordinario del Politecnico di Milano, presidente Made Competence Center Industria, e presidente Fondazione Mics-Made in Italy circolare e sostenibile.

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Giampiero Castellotti