OpenAI, tempo fino al 30 aprile per lo sblocco di ChatGPT

Nataliya Bolboka
17/04/2023
Tempo di lettura: 2 minuti
Artificial Intelligence

OpenAI, società madre del software di intelligenza artificiale ChatGPT, ha tempo fino al 30 aprile per adeguarsi alle prescrizioni inviategli dal Garante della privacy per riaprire il software in Italia. Le correzioni da applicare sono diverse e vanno dalla trasparenza sull’utilizzo dei dati personali, alla verifica dell’età degli utenti, fino alla correzione di risposte inesatte riguardanti le persone.

Nello specifico, affinché ChatGPT torni a funzionare nel nostro paese, OpenAI deve inserire sul sito un’informativa sulla privacy e chiarire la base giuridica per l’utilizzo dei dati personali, permettendo agli utenti di opporsi all’impiego delle proprie informazioni personali per l’addestramento degli algoritmi.  Entro il 15 maggio deve anche attuare una campagna di comunicazione “per informare le persone sull’uso dei loro dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi”.

In base alle indicazioni del Garante, il chatbot deve essere riservato ai maggiorenni ma, dal momento che il sistema basato sull’inserimento della data di nascita è facilmente aggirabile, la società statunitense ha tempo fino al 30 maggio per proporre un più accurato sistema di verifica dell’età da implementare a settembre.

Inoltre, per evitare casi come quello del sindaco australiano cui il software attribuiva erroneamente una condanna per corruzione, ChatGPT dovrà garantire alle persone, utenti e non, la possibilità di rettificare dati personali sbagliati o inesatti che li riguardano nei testi generati dall’intelligenza artificiale o, nel caso in cui non sia possibile, la cancellazione delle informazioni.

Se OpenAI, che si è da subito dichiarata aperta a trovare una soluzione, apportasse le modifiche prima del termine, il chatbot tornerebbe in funzione anche prima del 30 aprile. Per il momento la società non si è espressa sulle richieste del Garante, ma le modifiche, per quanto costose, non potrebbero che giovarle, soprattutto ora che anche i regolatori francese e spagnolo hanno aperto il dossier.

Nataliya Bolboka