
“Cartine” colpisce ancora. Dopo aver fatto esplodere i social con l’episodio “Cani Umani” – in cui persone reali si autoidentificano come cani, con collare, guinzaglio e addestramento incluso – il collettivo comico più audace del momento ci costringe a guardarci allo specchio e chiederci: “Ma noi, davvero, siamo poi tanto diversi?”
“Cani Umani” non è solo una clip virale, è uno specchio deformante che riflette il nostro bisogno disperato di essere qualcuno o qualcosa, anche a costo di smettere di essere umani. È la parabola grottesca di un tempo dove identità, appartenenze e pose sociali si moltiplicano fino al paradosso: non bastano più le etichette di genere, razza o classe… adesso ci serve anche il pedigree.
In questo circo postmoderno, “Cartine” si muove come un gruppo di equilibristi ubriachi, sempre in bilico tra satira e assurdo, tra il sorriso e lo schiaffo. Non è solo comicità: è arte, è provocazione, è il tentativo disperato di trovare un senso mentre tutto intorno si fa sempre più surreale.
E proprio in questa follia trova spazio Roberto Turturo, ormai noto al grande pubblico come “Fantonio”, il concorrente “eterno ripescato” della parodia di MasterChef firmata Gialappa’s Show.
Turturo non interpreta solo un personaggio: lo cannibalizza, lo smonta, lo rigira, lo sputa fuori più vero del vero. È l’attore che non ha paura di esagerare, di essere troppo, di diventare quasi caricatura: il perfetto compagno di viaggio per una troupe come Cartine, dove l’esagerazione è metodo e poetica.
Tra i membri del collettivo, oltre a Turturo, troviamo anche Enrico Riccioni, ideatore e regista, portatore sano di follia creativa, pronto a ridere per non soccombere al ridicolo quotidiano.
“Con ‘Cani Umani‘ – dichiara Riccioni –il pretesto comico era il ridicolo nelle relazioni fra cani e persone. Abbiamo umanizzato i cani all’ennesima potenza e proposto comportamenti familiari in un contesto surreale. Non pensavamo di innescare una polemica, invece ci siamo accorti velocemente che, oltre a quelli che si divertivano, tanti si offendevano. Sui social spesso i toni sono esasperati, ma ci ha sorpreso la frustrazione dietro molti commenti, che sembrano proprio voler marcare il territorio abbaiando. L’indignazione viene proposta come unica strada etica, ma chi si indigna non affronta gli argomenti e si chiude dietro a una presunta superiorità morale che non permette un dialogo e un’analisi. Dietro le accuse ci è sembrato di vedere la paura o l’incapacità di mettersi in discussione anche solo per scherzo”.
Perché, diciamocelo: forse i “Cani Umani” non sono altro che lo specchio estremo di ciò che tutti noi facciamo ogni giorno sui social, quando cerchiamo approvazione, quando esibiamo identità performative, quando trasformiamo la vita in show.
“Cartine” ci ride sopra. Ma non si limita a ridere: ci sfida a capire perché ridiamo.
“Cartine” è una produzione indipendente, ironica, disturbante il giusto, pensata per chi ama l’umorismo intelligente e scorretto, quello che non ti spiega la battuta, ma ti fa dubitare di come stai vivendo la tua vita.