Buona alimentazione, presentata la “Winter School” a Pollenzo (Cuneo)

Giampiero Castellotti
09/02/2023
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“Il cancro è la prima causa di morte per malattia in età pediatrica in Italia, con un incremento annuo doppio rispetto alla media europea e triplo sotto un anno di età, per un totale stimato in 2.200 nuovi casi l’anno in Italia tra bambini e adolescenti e costi sanitari pari ad almeno 22 milioni di euro. La causa principale è l’inquinamento ambientale”. È quanto ha affermato Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale (Sima) nel corso della conferenza stampa per la “Winter School 2023” promossa da Motore Sanità.

“L’inquinamento atmosferico resta la prima emergenza sanitaria nel mondo – ha continuato il professor Miani. “Purtroppo l’Italia non sta facendo abbastanza per affrontare il problema e ridurre il numero di vittime causate ogni anno dallo smog. Le criticità, anzi, sono crescenti: ad esempio l’inquinamento acquatico da farmaci e antibiotici, di cui si parla poco, ma anche la questione della cattiva alimentazione. La dieta mediterranea, che permette all’Italia di avere il primato della longevità in Europa con oltre 17mila ultracentenari, è stata abbandonata dal 40 per cento degli italiani con conseguenze presto visibili non solo sulla salute e sull’aspettativa di vita dei cittadini, ma anche sulla salubrità dell’ambiente, la qualità delle produzioni alimentari tipiche nazionali e le relative ricadute economiche e sociali.

Nei giorni scorsi la Sima aveva lanciato l’ennesimo allarme sull’incidenza delle neoplasie. “In Europa i malati oncologici sono 2,7 milioni e supereranno i tre milioni nel 2030. Non si può parlare di lotta al cancro se si rinuncia in partenza a combattere la battaglia per la riduzione dell’incidenza delle neoplasie, cioè del numero di nuovi casi di tumore che si verificano ogni anno – ha detto il professor Miani. “È necessario puntare sulla prevenzione primaria anziché concentrare tutti gli sforzi e tutte le risorse sul pur giusto obiettivo di garantire al più alto numero di pazienti cure sempre più efficaci. Non vediamo purtroppo seri impegni nemmeno da parte delle istituzioni europee verso l’obiettivo di non far ammalare le persone di tumore”.

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La Sima evidenzia anche il costo sociale determinato dai tumori in Italia, pari a circa 20 miliardi di euro annui.

La Società presieduta dal professor Miani ricorda che l’Organizzazione mondiale per la sanità considera direttamente attribuibili agli inquinanti atmosferici un terzo delle morti premature dovute a infarti o ictus cerebrali, broncopneumopatie e tumori polmonari, con impatti anche molto diversi a seconda delle nazioni. In Italia i livelli di PM 2.5 permangono al di sopra dei limiti sanitari stabiliti dall’Oms nelle Linee Guida 2021 per la qualità dell’aria e il nostro Paese resta così ai vertici della classifica.

Secondo Sima, dobbiamo ormai ragionare in termini di salute “globale e planetaria”, nella prospettiva dell’approccio One Health, non per compartimenti stagni, ma secondo schemi in grado di integrare il benessere umano, quello degli animali e delle piante oltre che la salubrità dell’ambiente. “Solo così – continua il professor Miani – saremo in grado di fronteggiare le nuove sfide poste anno dopo anno dai cambiamenti climatici (con l’ampliarsi delle aree malariche), dal passaggio di nuove zoonosi virali all’essere umano (come è stato già per l’Hiv che continua a mietere 776mila vittime ogni anno), dall’antibiotico resistenza e tante altre grandi questioni che probabilmente ci troveremo a fronteggiare da qui a poco come emergenze drammatiche. Possiamo considerare l’emergenza Coronavirus come un monito che ci richiama ad una maggiore responsabilità verso noi stessi, il nostro pianeta e la vita che lo popola”.

Di diete ha parlato anche il professor Ettore Novellino, chimico farmaceutico dell’Università Cattolica di Roma. “Le patologie su base comportamentale sono crescenti e derivano da non corretti stili di vita e alimentare. Con il crescere dell’età, e con la minore funzionalità corporea, purtroppo il cibo acquisisce un ruolo di gratificazione sempre maggiore, ma in termini di quantità e non di qualità. Ad esempio, c’è un uso smodato di carni rosse e formaggi che inficiano il sistema vascolare. Da qui lo stress metabolico, con i problemi che conosciamo in termini di colesterolo e glicemia. Dal momento che esiste una capacità del nostro organismo di riequilibrio omeostatico, la ricerca deve puntare su farmaci naturali che aiutano a rimanere sani. Alcuni degli alimenti naturali che portiamo sulle nostre tavole costituiscono proprio dei ‘farmaci per le persone sane’, cioè aiutano a prevenire malattie dismetaboliche, senza rinunciare a nulla. Questo è possibile grazie allo studio di molecole di origine naturale che, se introdotte nella nostra dieta, intesa come regime alimentare di tutti i giorni e non come restrizione, sono in grado di mantenere l’equilibrio metabolico del nostro organismo. Insomma, si può utilizzare il cibo per fare prevenzione”.

Il professor Novellino ha ricordato l’importanza di alcuni proverbi della tradizione popolare che nascondono fondi di verità, come “la mela al giorno che leva il medito di torno”.

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Silvio Barbero, vicepresidente dell’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, s’è soffermato anche lui sul tema delle diete. “Se ne parla molto, s’invita a mangiare frutta e verdura, ma si parla poco della qualità di ciò che si mangia. Cosa c’è da aspettarsi da un’agricoltura che punta tutto sulla quantità, sulla riduzione dei costi di produzione e sull’uso della chimica? Occorre quindi soffermarsi sui modelli di produzione del cibo”. Barbero pone l’accento anche sul legame tra i modelli industriali di produzione del cibo e i cambiamenti climatici, sottolineando che il problema della transizione ecologica si collega direttamente alle politiche e agli stili alimentari.

“Se c’è una cosa che il Covid ha insegnato è che non c’è economia senza salute – ha detto Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità. “Il raggiungimento di un livello di salute soddisfacente per la popolazione è costituito da vari elementi interconnessi tra loro, quali azioni verso il cambiamento climatico, verso un’aria, un’acqua e una terra più pulita, verso un cibo giusto e sano, verso l’antimicrobico resistenza da abuso di antibiotici, per una prevenzione efficace che vada dall’uso dei vaccini per prevenire le malattie, agli screening per controllare i fattori che aumentano le malattie cardiovascolari e i tumori. Tutto questo non può che essere compreso in una visione a 360 gradi che sposi, nel contesto del Global Health, il concetto di un approccio olistico nei confronti dei cittadini e dei pazienti”.

Giampiero Castellotti