Bella parentesi “mondiale”

Domenico Mamone
18/12/2022
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È stato il miglior regalo per gli 86 anni di Papa Francesco, grande tifoso di calcio e della sua Argentina. La Nazionale di calcio del Paese sudamericano ha vinto la 22ª edizione dei campionati mondiali di calcio. Lo ha fatto battendo la Francia in una finale spettacolare finita ai calci di rigore, che ha visto di fronte due tra i migliori calciatori al mondo, Lionel Messi e Kylian Mbappé.

I due campioni non si sono risparmiati in termini di giocate e marcature anche nell’ultimo atto di un mondiale anomalo per la collocazione invernale ma, come sempre, ricco di spunti, interessi ed emozioni.

L’Argentina ha conquistato la sua terza Coppa del mondo dopo quelle vinte nel 1978 e nel 1986. Nella classifica delle nazioni vincenti stacca la Francia e l’Uruguay, che restano a due, si porta dietro a Italia e Germania, vincitrici di quattro edizioni e resta a due lunghezze dal Brasile, a quota cinque. La Coppa torna in Sudamerica dopo ben vent’anni, da quel 2002 che ha visto prevalere il Brasile sulla Germania. Per completare le statistiche, alla Francia non è riuscito il bis consecutivo, conquistato unicamente dal nostro Vittorio Pozzo nel 1934 e 1938.

Benché abbia perso la prima partita contro l’Arabia, la squadra allenata da Lionel Scaloni e con il micidiale tridente d’attacco Di Maria-Messi-Alvarez è cresciuta nel corso del mondiale e anche nell’ultima partita ha meritato, dominando i francesi per quasi tutti i 138 minuti effettivi di gioco. Gli argentini avrebbero meritato di chiudere prima la gara; hanno però rischiato di compromettere tutto a causa dei cambi negli ultimi dieci minuti. A differenza dei francesi, però, non hanno sbagliato un rigore, confermando quell’abilità dal dischetto dimostrata già in precedenti occasioni.

Una nota positiva va ad Enzo Fernandez, classe 2001, centrocampista del Benfica, giovane di sicuro avvenire. Bravo anche il portiere argentino Emiliano Martinez, estremo difensore dell’Aston Villa.

In termini complessivi, “Qatar 2022” ha offerto qualche sorpresa. La favola più bella è stata quella del Marocco, che per la prima volta nella storia ha assicurato al continente africano una squadra nei primi quattro posti di un mondiale di calcio. La nazionale marocchina ha fatto vedere dell’ottimo gioco, a cui spesso è mancata la sola finalizzazione.

Tra le immagini più belle, quelle di Achraf Hakimi che, dopo aver battuto la Spagna ai rigori per i quarti, è corso sugli spalti ad abbracciare la mamma. Di più ha fatto l’ottimo connazionale Sofiane Boufal che con la propria madre ha addirittura ballato in campo a fine partita.

Complimenti anche al Giappone, che oltre ad aver battuto la Germania, ha confermato la sua antichissima cultura, che s’è fatta onore anche in Qatar: il commissario tecnico della squadra asiatica, Hajime Moriyasu, subito dopo la fine dell’avventura mondiale si è inchinato davanti ai tifosi sugli spalti per mostrare il massimo rispetto (“Saikeirei”). I tifosi, da parte loro, hanno ripulito gli spalti, secondo l’antica e meritoria usanza nipponica di lasciare qualsiasi luogo migliorato rispetto allo stato precedente.

In fondo anche altre squadre hanno impressionato, come la Corea, il Senegal o, benché subito eliminate, Stati Uniti e Canada. Ma, in fondo, ogni mondiale vede protagoniste le squadre più blasonate e per la finale di quest’anno Francia e Argentina, insieme a Brasile e Germania, erano di gran lunga le favorite.

Tra le immagini più suggestive anche quella del portiere polacco Wojciech Szczęsny, estremo difensore della Juventus, che ha consolato il figlio piangente per l’uscita della sua compagine dal mondiale.

Da ricordare anche le inevitabili implicazioni sociali di qualche partecipazione. Quest’anno è toccato in particolare all’Iran, dove le manifestazioni di piazza per i diritti non hanno lasciato insensibili giocatori e tifosi.

Tornando al piano calcistico, alla fine della corsa, onore in particolare a Leo Messi, premiato come miglior giocatore di “Qatar 2022”: grazie al titolo mondiale, ha vinto praticamente tutto, eguagliando anche Maradona. E onore anche al francese Kylian Mbappé, miglior cannoniere al mondiale con otto reti. Sperando che, tra quattro anni, possiamo finalmente tornare a parlare soprattutto dell’Italia.

Domenico Mamone