Autonomia differenziata, i sindaci del Sud scrivono a Mattarella

Nataliya Bolboka
05/01/2023
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Dovrebbe essere votato entro fine mese il disegno di legge sull’autonomia differenziata. Presentato al governo la settimana scorsa dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, ha subito scatenato grandi critiche da parte dell’opposizione e dai sindaci delle regioni del Sud.

La proposta è fondata su una riforma della Costituzione del 2001, in base alla quale le regioni a statuto ordinario possono chiedere allo Stato competenza esclusiva su 23 materie, come istruzione, sanità, produzione di energia e tutela dell’ambiente. Ambiti che ad oggi sono disciplinati esclusivamente dallo Stato oppure questo ne definisce i principi fondamentali per poi lasciare la competenza alle regioni.

In base al testo di legge presentato dal ministro leghista, in caso di approvazione un Dpcm dovrebbe stabilire i Livelli essenziali di prestazione (Lep), utili a determinare le risorse da erogare a ciascuna regione. Tuttavia, qualora non venissero stabiliti questi livelli, il governo potrà stabilire un finanziamento prendendo come riferimento la spesa storica della regione per quel determinato ambito.

Seguendo questo principio, dal momento che le regioni del Nord hanno sempre avuto maggiori risorse e quindi una spesa storica più alta, dovrebbero ricevere maggiori finanziamenti. Se poi si considera che in questo modo le singole regioni potranno decidere di ambiti i cui vi è già una netta differenza tra Nord e Sud, come assistenza sanitaria, istruzione, salari, infrastrutture e via dicendo, è evidente che l’autonomia differenziata non farà altro che aumentare il divario.

Da lunedì, dunque, 55 sindaci di comuni del Mezzogiorno si sono coordinati per scrivere a Sergio Mattarella. Gli amministratori locali, appartenenti a tutti i partiti, di centrodestra e centrosinistra, dei 5 Stelle e civici, chiedono al presidente della Repubblica di fermare il disegno di legge del ministro Calderoli.

 La Repubblica riporta le parole del sindaco di Valledolmo (PA), Angelo Conti, che chiede a Mattarella “di suggerire alle forze politiche del nostro Paese di prevedere, al primo posto della loro agenda politica, misure che possano ridurre queste distanze — su indicatori come la mortalità infantile, la diversa aspettativa di vita dei bambini del Sud rispetto a quello del Nord (minore di 3,7 anni per un bambino di Caltanissetta rispetto a un coetaneo di Firenze), il ricorso a cure mediche fuori regione, il tasso di disoccupazione, l’emigrazione intellettuale, la dotazione infrastrutturale, l’occupazione femminile, la qualità del sistema scolastico e universitario, eccetera — anziché insistere su un progetto di autonomia differenziata che potrà soltanto acuirle”.

Nataliya Bolboka