Auto diesel e benzina, l’Ue rimanda il voto per lo stop

Nataliya Bolboka
03/03/2023
Tempo di lettura: 2 minuti
Pexels Photo 110844

È stato rimandato il voto dei Rappresentanti Permanenti dei 27 paesi membri che avrebbe portato al Consiglio europeo la proposta di regolamento per il bando delle auto a benzina e diesel dal 2035.

A fermare i lavori il “no” dell’Italia e le riserve della Germania, che si uniscono al voto contrario della Polonia e all’astensione della Bulgaria. La votazione prevista per mercoledì scorso, 1° marzo, è stata quindi rimandata mettendo in discussione il provvedimento.

In base a quanto stabilito dai regolamenti europei, perché una norma venga approvata è necessario raggiungere la maggioranza del 55 per cento degli Stati, ovvero 15 voti su 27, che rappresentino il 65 per cento della popolazione. Nel caso in cui Italia e Polonia votassero per il “no” e Germania e Bulgaria si astenessero, verrebbe raggiunta la maggioranza di Stati ma non di popolazione, fermandosi al 58, 15 per cento.

Per evitare che il provvedimento venga respinto Bruxelles è quindi costretta a ritrattare il provvedimento. Decisive saranno le richieste di Berlino. Come l’Italia, la Germania non contesta l’iniziativa in sé ma le modalità e le tempistiche per raggiungere l’obiettivo. Tra le questioni poste dagli Stati contrari c’è il problema della filiera produttiva e il danno economico, i costi proibitivi delle auto elettriche e la scarsità delle colonnine di ricarica. Senza dimenticare che l’età media del parco auto circolante in Ue è di 12 anni.

Tra le motivazioni che il ministero dell’Ambiente ha addotto al rifiuto dell’Italia, riportato da Libero, si legge che non si può stabilire “l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 100 per cento nel 2035 e non prevedere alcun incentivo per l’uso di carburanti rinnovabili”. Anche il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato che “Bruxelles deve agire con maggiore pragmatismo, secondo una visione più adeguata alla realtà, nella sfida della transizione ecologica e industriale”, scrive l’Ansa.

Il nuovo voto era previsto per oggi, ma dalle indiscrezioni è probabile un nuovo slittamento. Lo stop di 48 ore non sarebbe stato sufficiente a convincere Berlino.

Nataliya Bolboka