Aumento dei canoni balneari, proteste immediate

Nataliya Bolboka
04/01/2023
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Ombrelloni

Nel 2023 i canoni delle concessioni di lidi e locali sulle spiagge del paese subiranno un aumento del 25,15 per cento. L’incremento è stato introdotto alla vigilia di capodanno da una circolare del ministero delle Infrastrutture, portando il minimo da 2.698 a 3.377 euro. Si tratta del rincaro più alto di sempre.

Immediate le proteste dei balneari che chiedono al governo un tavolo di confronto.

Legato alla variazione dell’indice Istat, “l’aumento doveva essere al massimo dell’11 per cento”, contesta Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba Confesercenti. “Come categoria, non siamo contrari a rivedere gli importi dei canoni, che in media sono di 8-10mila euro all’anno e sono bassi, lo riconosciamo. Ma va fatto con un intervento organico e un metodo che preveda la giusta valutazione delle spiagge, classificandole in base alla redditività e dando un valore corretto al metro quadro: così lo Stato valorizzerebbe il proprio bene”.

Intanto entro febbraio sono attesi anche i decreti attuativi della legge sulla concorrenza per poter procedere alla gara delle concessioni già il prossimo anno. Orizzonte temporale troppo vicino per i balneari, secondo cui “non ci sono le condizioni tecniche per fare le gare nel 2024”, come afferma Rustignoli.

Durante la campagna elettorale Giorgia Meloni, che ha sempre mantenuto posizioni contrarie alla direttiva Bolkestein, aveva promesso di rivedere l’applicazione della normativa.

La Bolkestein, infatti, impone la liberalizzazione dei servizi nel mercato interno dell’Unione europea, e dunque anche delle spiagge. Le gare d’appalto, però, rischiano di favorire solo grandi imprenditori e multinazionali a scapito dei piccoli gestori, e determinare una privatizzazione massiva dei lidi.

Ora si attende di sapere quali saranno le iniziative di Palazzo Chigi in merito. Le premesse, tuttavia, non sembrano delle migliori.

“Bisogna capire le intenzioni dell’attuale governo. In campagna elettorale la presidente Meloni ha detto che avrebbero lavorato per una diversa applicazione della Bolkestein. È ancora in tempo per rispettare le promesse ma temo che, ad esempio, non sia ancora partita la mappatura delle coste. È fondamentale per dimostrare che non è scarsa la risorsa di arenili già mappati per insediamenti turistico-ricreativi e non ancora assegnati: se la risorsa non è scarsa, allora l’applicazione della direttiva può essere rinviata”, conclude Rustignoli.

Nataliya Bolboka