Aumentano le spese assistenziali e sale il deficit tra entrate contributive e spese pensionistiche

Nataliya Bolboka
10/01/2023
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Nel 2020 il saldo tra le entrate contributive e la spesa per le pensioni è risultato negativo per circa 39,3 miliardi di euro. Se a questo si aggiunge anche la spesa assistenziale il saldo negativo sale a 79,3 miliardi. È quanto emerge dall’ultimo rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano, redatto dall’Osservatorio di Itinerari Previdenziali. Giunto alla nona edizione, il rapporto illustra gli andamenti della spesa pensionistica e delle entrate contributive del Paese.

Quest’ultime hanno registrato una flessione del 6,7 per cento, per un totale di 14 miliardi in meno rispetto all’anno precedente. È l’esito peggiore degli ultimi anni, superando anche il 2013 che finora era stato il più critico dalla crisi del 2008. Allo stesso tempo si è registrato un aumento delle spese assistenziali. Se nel 2008 si attestavano a 54 miliardi di euro, ora hanno raggiunto i 144 miliardi. A questi si aggiungono 11 miliardi di spesa per l’assistenza sociale a carico degli enti locali, per un totale di 155 miliardi.

Tra il 1989 e il 2011, le spese assistenziali si erano ridotte. Negli anni successivi, tra il 2012 e il 2018 pur registrando degli aumenti, sono rimaste stabili. Dal 2019, invece, la quota assistenziale è ritornata a crescere, fino ad esplodere negli anni successivi. Con lo scoppio della pandemia, infatti, sono state varati diversi interventi di sostegno che hanno determinato l’aumento della spesa.

Oltre, alla spesa assistenziale, il deficit di bilancio è dovuto anche a vecchie gestioni di ex enti pubblici, che dal 1995 hanno riformato diverse norme determinando forti squilibri strutturali.
Dai dati emerge dunque una situazione piuttosto preoccupante per il sistema pensionistico italiano. Sistema su cui gravano tra l’altro anche fenomeni sociali come l’alto tasso di denatalità, l’allungamento sempre maggiore della vita media e alto stesso tempo la crescita del tasso di esclusi dal lavoro.

Nataliya Bolboka