Per il secondo trimestre dell’anno l’indagine “ManpowerGroup Employment Outlook Survey” sulle prospettive occupazionali rivela che i datori di lavoro italiani prevedono assunzioni in crescita, con una previsione netta di occupazione (NEO – Net Employment Outlook) del +17%, al netto degli aggiustamenti stagionali. Le previsioni rivelano un rinnovato ottimismo delle aziende italiane, con miglioramenti delle prospettive in quasi tutti i settori e per tutte le dimensioni d’impresa. Rispetto al primo trimestre 2023 le previsioni sono in miglioramento del 7%, mentre rispetto ad un anno fa il miglioramento è del 2%.
Tuttavia, il 75% dei datori di lavoro italiani continua ad avere difficoltà a reperire persone con le giuste competenze, in particolare per quanto riguarda quelle su IT Data (21%), ingegneria (18%) e vendite e marketing (17%). Mentre per quanto riguarda le soft skill, il 27% degli intervistati indica l’affidabilità e la disciplina come quelle più richieste.
“Nonostante il contesto macroeconomico generale, le prospettive di assunzione rimangono solide e le aziende di tutti i settori continuano ad assumere per i ruoli più richiesti – commenta Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di ManpowerGroup Italia. “Allo stesso tempo, molti si trovano ad affrontare sfide mai sostenute prima per trovare persone che abbiano le competenze tecniche e trasversali di cui hanno bisogno, in particolare nei settori dei trasporti, dell’automotive, dell’energia e del life sciences. Si tratta della previsione di assunzioni rivolte a personale altamente specializzato, di cui le aziende, oggi ancora più rispetto all’ultima rilevazione, dichiarano la carenza. Investire nell’aggiornamento, nella riqualificazione e nel preparare le persone ai lavori di domani non è mai stato così importante e dovrebbe essere una priorità per ogni leader aziendale”.
A livello internazionale, le intenzioni di assunzione rimangono invariate rispetto allo scorso trimestre (+23%). Le migliori prospettive al netto degli aggiustamenti stagionali sono registrate dai datori di lavoro del Nord America (+30%), del Centro e Sudamerica (+27%) e dell’Asia Pacifico (+27%), mentre per la zona Emea (Europa, Medio Oriente, Africa) si rileva un dato positivo (+18%) ma inferiore rispetto alle altre macroregioni.
Confronti regionali: le aziende del Nord più ottimiste, calo delle previsioni al Sud
Anche per il secondo trimestre dell’anno, i datori di lavoro di tutte le quattro macroaree italiane prevedono di aumentare i propri organici. Tuttavia, le prospettive cambiano non di poco in base all’area di riferimento. Al Nord Ovest (+23%) e al Nord Est (+22%) si registrano le previsioni migliori e anche i dati del Centro (+19%) sono sopra la media nazionale. Invece per Sud e Isole si rileva l’unico caso in cui le previsioni per il secondo trimestre (+8%) per quanto positive sono in calo (-1%) rispetto ai primi tre mesi dell’anno.
Confronti settoriali: rinascita dell’automotive, bene anche telecomunicazioni ed energia
Il settore con le prospettive migliori è quello delle telecomunicazioni, media & communication(+32%), che si lascia alle spalle la crescita zero del primo trimestre. Ma è l’automotive e trasporti (+26%) a segnare il miglioramento più importante rispetto ai tre mesi precedenti: +36%, recuperando il -10% del Q1. Molto bene anche le prospettive per Energia e servizi (+26%), Tecnologie dell’informazione (+25%), Sanità e life sciences (+23%). Previsioni positive si registrano per l’Industria (+16%), Beni di consumo e servizi (+14%) e Banche, assicurazioni e immobiliare (+10%).
Confronti dimensionali: bene le grandi aziende, recuperano le microimprese
Prospettive di assunzione decisamente positive per le grandi aziende (+23%) e buone anche per le altre categorie dimensionali: per le medie da 50 a 249 dipendenti (+13%), per le piccole da 10 a 49 lavoratori (+15%) e per le micro con meno di 10 occupati (+14%). Rispetto al primo trimestre dell’anno il miglioramento più importante è rilevato per le grandi e microimprese: per entrambe il confronto tra i due trimestri vede una crescita nel secondo del 12%.
Domande extra: lo skill mismatch
L’indagine ha anche rilevato la difficoltà per le aziende italiane nel trovare i talenti con le competenze giuste per le loro esigenze. Il 75% delle imprese segnala di avere molta (11%) o qualche difficoltà (65%) nel reperire talenti, e meno di una su quattro (23%) non rileva nessuna difficoltà. I valori non di discostano guardando al dato regionale. Per quanto riguarda la dimensione delle organizzazioni, sono quelle medie (80%) e grandi (76%) a registrare le maggiori difficoltà, mentre al contrario tra le micro il 28% non segnala alcun problema. Tra i settori più in difficoltà nel trovare professionalità adeguate si evidenziano Trasporti, Logistica & Automotive (per l’81% delle organizzazioni), Energy & Utilities e Health Care & Life Sciences (entrambe con il 79%).
Tra le competenze, quelle più difficili da trovare secondo i datori italiani sono quelle IT e Data (21%), mentre difficoltà riguardano anche la ricerca di skill ingegneristiche (18%), nelle vendite e nel marketing (17%), nella manifattura/produzione (17%), logistiche (16%) e nella gestione delle risorse umane (16%). Percentuali poco inferiori per le competenze amministrative e di Front Office/Customer Care (15%). In particolare, sono le aziende del Nord Est a registrare il più alto livello di carenza di competenze IT (27%) e ingegneristiche (28%) e in ambito HR (25%). Inoltre, sono le imprese grandi (29%) e media (25%) a segnalare più difficoltà nel trovare professionisti informatici, mentre il problema è meno sentito per le piccole (18%) e micro (8%) imprese.
Per quanto riguarda invece le soft skill più difficili da reperire secondo i datori di lavoro, il 27% indica l’attitudine alla responsabilità, affidabilità e disciplina, a cui seguono la collaborazione e il lavoro di squadra e la capacità di ragionamento e problem-solving (25%), la resilienza, tolleranza allo stress e adattabilità (24%), la creatività e originalità (22%), il pensiero critico e di analisi, l’apprendimento attivo e la curiosità, la proattività (19%) e, infine, la leadership (18%). La soft skill più ricercata cambia in base alla dimensione dell’impresa: per esempio la scarsità di pensiero critico e analisi è segnalata dal 26% delle imprese grandi e da solo il 13% di quelle micro.
Il report completo è scaricabile al seguente link: https://www.manpowergroup.it/insights/meos-previsioni-occupazione
LO STUDIO
ManpowerGroup ha intervistato circa 39mila aziende in 41 Paesi e territori per rilevare le intenzioni di assunzione per il secondo trimestre 2023.
L’indagine sulle prospettive occupazionali di ManpowerGroup è la più completa e innovativa indagine sull’occupazione del suo genere, considerata a livello mondiale come un indicatore economico chiave. Le prospettive occupazionali nette sono ricavate tenendo conto della percentuale di datori di lavoro che prevedono un aumento dell’attività di assunzione e sottraendo da questa la percentuale di datori di lavoro che prevedono una diminuzione dell’attività di assunzione.
La prossima indagine sarà pubblicata a giugno 2023 e riporterà le aspettative di assunzione per il terzo trimestre dell’anno.