Anche la carne è diventata coltivabile

Leonardo Mamone
11/04/2023
Tempo di lettura: 3 minuti
Carne

Il 28 marzo il governo italiano ha approvato un decreto legge sul divieto di produrre carne “coltivata” in laboratorio in Italia. Tale produzione è resa possibile da un insieme di tecnologie sfruttate da anni nell’ingegneria tissutale. Tale operazione si può tentare con qualunque specie, ma, per ora, è stata sperimentata con bovini, maiali, tacchini, polli, anatre e pesci.

Per ottenerla sono necessari due elementi: un siero che aiuti le cellule a moltiplicarsi e differenziarsi e una superficie sulla quale far orientare la crescita delle cellule per ottenere la struttura richiesta. Poiché il siero di coltura deve fornire nutrienti, ormoni e proteine per stimolare la crescita e la proliferazione cellulare, esso contiene siero fetale bovino, ricavato dal sangue raccolto dal feto di bovine gravide durante il processo di macellazione.

Essendo un cibo del tutto nuovo ai nostri occhi e non essendo sufficientemente informati è lecito che sorgano diversi dubbi.

Dal punto di vista nutrizionale non sono presenti aspetti negativi da considerare. Inoltre, crescendo in un ambiente controllato, si riduce il rischio di malattie di origine animali e non c’è la necessità di impiegare antibiotici. Oltre a questo, diventa possibile confezionare un alimento in un unico luogo, evitando contaminazioni esterne.

Gli aspetti negativi riguardano principalmente il punto di vista etico: per lo sviluppo e la moltiplicazione delle cellule è necessario il siero fetale bovino, sottoprodotto dell’industria della carne, tuttavia sono attualmente in sviluppo alternative che prevedono l’utilizzo di prodotti vegetali.

Se da un lato il clima ne trarrebbe notevoli benefici in quanto, secondo il Centro comune di ricerca della Commissione europea (JRC), il settore zootecnico è responsabile dell’80% delle emissioni di ammoniaca nell’aria e di azoto nell’acqua, abolire gli allevamenti intensivi potrebbe aumentare il tasso di disoccupazione poiché i lavoratori impiegati in tale settore perderebbero il lavoro.

I benefici ambientali generali della produzione di carne coltivata dipendono anche da come verrebbero utilizzati i terreni da pascolo non più dediti alla produzione di animali da carne. Se, per esempio, tali terreni venissero utilizzati per colture agricole intensive, l’impatto netto sui cambiamenti climatici sarebbe persino negativo (considerando l’acqua necessaria, l’impiego di macchinari agricoli e pesticidi).

Per ora questo nuovo prodotto, prima di essere commercializzato in Unione europea, deve passare per la Novel Food Regulation europea (procedura per la richiesta di autorizzazione di alimenti diversi da quelli normalmente consumati), pertanto si deve dimostrare di essere sicuri tanto quanto le altre opzioni attualmente disponibili per i consumatori europei.

Qualora l’Autorità europea sulla sicurezza alimentare (Efsa) dovesse constatarne la sicurezza, questa potrà entrare nel mercato europeo e potrà essere acquistata e il disegno di legge emanato dal governo dovrà sottostare alla decisione dell’Unione europea, lasciando libertà di scelta ai consumatori.

In conclusione, attualmente questo nuovo prodotto sembra più che risolvere problemi convertirli in altri; ciò, però, dipende strettamente dai progressi della ricerca, poco finanziata per esempio nel nostro Paese. Se, appunto, il siero venisse realizzato mediante prodotti vegetali o con ulteriori alternative a basso impatto, si tenderebbe davvero verso un notevole successo.

Molti ad oggi hanno riconosciuto la gravità dell’impatto ambientale causato dagli allevamenti, colpevoli anche di detenere animali spesso in condizioni che ne causano sofferenza.

Questa nuova spiaggia dell’alimentazione ci offre di fatto un cibo più controllato, sicuramente più artificiale, ma non dobbiamo dimenticare che l’Unione europea è molto rigida sui controlli alimentari, dunque non dovremmo temere in caso del suo “via libera”. La situazione attuale sembra dunque un buon punto di partenza, ma la ricerca potrebbe trovare soluzione alle varie problematiche evidenziate per ottenere un prodotto quasi perfetto sotto ogni aspetto.

FONTI

https://www.focus.it/ambiente/ecologia/carne-sintetica-tutto-quello-da-sapere

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwjVopzXl53-AhWAR_EDHdrKCl4QFnoECBYQAw&url=https%3A%2F%2Fanimalequality.it%2Fblog%2Fecco-perche-allevamenti-bovini-inquinano%2F&usg=AOvVaw2nALXY1_DL5kuN9aQKKhRM

https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/carne-sintetica-ecco-perche-ci-serve

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwify-DRlp3-AhUO7qQKHT-xCzAQFnoECAsQAQ&url=https%3A%2F%2Fwww.geopop.it%2Fcosa-vuol-dire-carne-sintetica-come-si-produce-e-quali-sono-pro-e-contro%2F&usg=AOvVaw28hfDy5499x9dju8JGRDyV

Leonardo Mamone