All’Europa Experience, giornata dedicata all’agroalimentare

Nataliya Bolboka
10/03/2023
Tempo di lettura: 4 minuti
20230309 150914

“I cibi sintetici con la sovranità alimentare non si coniugano, non sono compatibili concettualmente. Sovranità alimentare è non solo la rappresentazione del sistema produttivo ma è anche identità, cultura, è salvaguardia dei territori e il cibo sintetico fa tutto fuorché questo. È una cosa prodotta in laboratorio”. E’ stato lapidario il sottosegretario di Stato per l’Agricoltura, la Sovranità alimentare e le Foreste, Patrizio Giacomo La Pietra. “Domani avremo dei capannoni tipo la Ilva con queste ciminiere per fare la carne. Non credo che sia compatibile col nostro sistema ma soprattutto col nostro concetto di sovranità alimentare, con la nostra cultura e la nostra tradizione – ha dichiarato il sottosegretario La Pietra, nel suo intervento durante l’evento Withub dedicato al confronto sulle tematiche di maggiore attualità del comparto agroalimentare italiano alla luce delle nuove indicazioni e disposizioni europee.

Dal titolo “L’evoluzione dell’agroalimentare italiano ed europeo tra sostenibilità­ e benessere”, l’evento, che si è tenuto ieri 9 marzo 2023 a Roma presso lo spazio espositivo Europa Experience, è stato organizzato da Withub e dalla sua Fondazione Art.49 con la direzione editoriale di Gea ed Eunews.

Il sistema agroalimentare italiano vale 549 miliardi di euro, il 15 per cento dell’economia nazionale. In Italia ci sono complessivamente oltre 12 milioni e mezzo di ettari di superficie dedicata all’agricoltura di cui il 17 per cento per colture permanenti e oltre un milione di aziende agricole che occupano 913 mila persone, generando un valore pari a 64,3 miliardi di euro. L’Italia è al secondo posto dietro la Francia per valore della produzione agricola nell’UE 27 con il 13,5 per cento del totale. Le disposizioni europee in merito al comportano agroalimentare interessano quindi primariamente l’Italia.

Tra i quattro panel della giornata anche quello dedicato all’introduzione di insetti e carni sintetiche e moderato dal giornalista di Agricola, Marco Liberati, dal titolo “New food: insetti e carni sintetiche, la nuova frontiera della sicurezza alimentare”.

Al panel è intervenuto l’onorevole Marco Cerreto, capogruppo di Fratelli d’Italia, XIII Commissione Agricoltura, che ha sostenuto la netta contrarietà alla produzione e commercializzazione di carne sintetica, dicendosi preoccupato che l’Italia  possa seguire il modello americano e produrre “una società dove i ricchi mangiano bene, si approvvigionano dei nostri tesori agroalimentari di cui andiamo fieri in tutto il mondo e poi ci saranno milioni di soggetti che invece saranno costretti, probabilmente indotti, a comprare carne sintetica a poco prezzo. Ecco noi questo tipo di società la aborriamo, non è il modello di società nel quale voglio che vivano i nostri figli. Continuando: “Noi vogliamo un sistema dove sia sostenibile per tutti, indipendentemente dal reddito, avere la possibilità di approvvigionarsi di cibo sano, del quale sia certificata l’origine. Abbiamo tutta la possibilità di poterlo fare, di dare un’offerta alimentare sana, secondo i principi della dieta mediterranea, a tutti”.

L’eurodeputato italiano Herbert Dorfmann della Südtiroler Volkspartei, membro della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, si dichiara nettamente contrario all’introduzione della carne sintetica, ritenendola un’assurdità sia in termini ecologici sia salutistici. “Innanzitutto, sul piano nutrizionale, coloro che sono contrari alla carne hanno certamente molteplici alternative per l’apporto proteico, senza bisogno di ricorrere ad un cibo artificiale”, evidenzia l’europarlamentare. Per quanto riguarda la questione della farina prodotta dai grilli, il deputato è più possibilista: “In fondo che differenza c’è tra i grilli e le lumache o i gamberi che mangiamo abitualmente?”.

Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, ha parlato delle difficoltà in cui incorrerebbe la filiera agroalimentare italiana ed europea, evidenziando come utilizzare gli insetti per sfamare il mondo non rappresenterebbe comunque una soluzione alla fame o all’inquinamento prodotto dalla sovrapproduzione. Per sfamare 9 miliardi di persone bisogna intensificare necessariamente la produzione di insetti. Citando uno studio dell’Università di Davis, Scordamaglia ha affermato: “Questo significa utilizzare antibiotici in quantità ben superiori a quelle che si usano attualmente nelle produzioni zootecniche, utilizzare energia per ricreare le condizioni ambientali necessarie in termini di temperatura ed umidità, e produrre più soia per alimentare gli insetti in modo che abbiano un indice proteico adeguato”.

Nataliya Bolboka