A scuola di matematica

Domenico Mamone
31/07/2022
Tempo di lettura: 3 minuti
Image 26

Il 25 settembre si torna alle urne, il Paese è chiamato ad esprimersi dietro valutazione su tutto quello che è stata la gestione governativa dalle ultime elezioni politiche (anno 2008) ad oggi indipendentemente dai vari condottieri nominati a colpi di alleanze tra partiti rispettivamente a Presidenti del Consiglio e relative squadre di governo al seguito; tutto ciò è legittimo, soprattutto se il popolo fosse messo nelle condizioni di poter dare voce alle idee proposte, ai programmi e a tutto ciò di cui la politica è fatta ma non certamente di tutto quello per cui la politica diventa strumento e utilizzatrice per fini e obbiettivi che vedano come scopo principale la vittoria a qualsiasi costo.

E’ superfluo dire come si è arrivati a far cadere il governo, ma ribadisco che qualcuno ha saputo giocare molto bene le carte a disposizione, se sia stato un bene o un male lo vedremo, adesso posso solo dire che mi preoccupa molto come ci si arriva al 25 settembre, il tempo a disposizione è molto ridotto e gli Italiani sono chiamati ad esprimersi come se i partiti fossero squadre di calcio che disputano una finale senza essere edotti come dovrebbe essere all’inizio di una competizione elettorale; infatti all’indomani della crisi di governo e delle dimissioni annunciate del Presidente Draghi tutti i partiti si stanno preoccupando esclusivamente di come rinforzare le proprie truppe, tutti impegnati in campagna acquisti per come e con chi fare alleanze a destra e a sinistra eventuali scelte suggerite da studi e sondaggi commissionati ad esperti della politica che consegnano la propria relazione come se fosse il compito all’esame di stato della maturità liceale.

Sono profondamente preoccupato in quanto ritengo che un Paese, i cittadini , tutti abbiamo una responsabilità notevole quando ci rechiamo a votare in quanto avremmo il diritto di sapere non chi saranno i Ministri dei vari dicasteri, ma i programmi dei partiti, le scelte, le soluzioni proposte e messe in campo e non chi li attua perché se si rispettano i programmi poco importa chi sarà.

Oggi, purtroppo, non si sente parlare di soluzioni serie di riforme e cambiamenti e di iniziative a sostegno delle imprese, il vero volano dell’ economia del Paese e come si fa a pretendere il voto a pretendere di essere credibili sulla parola? Se non si agisce velocemente alla presentazione seria di un piano strategico di conversione intelligente che tiene conto delle cause e degli effetti in maniera dettagliata difficilmente andremo avanti, anzi, in questo preciso momento storico andremo in recensione profonda da cui ci vorranno decenni per rialzare la testa. Per attuare tutto ciò, i partiti oggi in campo, debbono fare scelte coraggiose in propria autonomia che sicuramente non prevede come soluzione alleanze allargate contrastanti che potrebbero già da subito far intuire che torneremmo nuovamente al precipizio.

Gli Italiani negli ultimi anni ne hanno vissuto e subito tante per cui spero che abbiano maturato la consapevolezza, la conoscenza e l’esperienza che possa sopperire alla mancanza di comunicazione che ad oggi i partiti non considerano o quanto meno poco gli importa. Viva l’Italia!!

Domenico Mamone